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dai camerieri agli ingegneri, dagli estetisti ai saldatori


È passato un anno, era l’agosto del 2023, da quando è definitivamente calato il sipario sul reddito di cittadinanza. Una misura di contrasto alla povertà che doveva servire anche a indirizzare verso il mondo del lavoro i soggetti deboli, ma che non ha prodotto i risultati sperati a livello occupazionale. Anzi, ha addirittura disincentivato il lavoro stagionale. Adesso però i dati di Unioncamere indicano un’inversione di rotta, in parte favorita proprio dalle nuove politiche attive per il lavoro. Infatti, nonostante alcuni profili professionali restino difficili da reperire, stando all’ultimo bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, sono circa 315mila i contratti di assunzione, di durata superiore a un mese o a tempo indeterminato, programmati dalle imprese ad agosto. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, le previsioni evidenziano, con 22mila ingressi in più, un tasso di crescita del +7,5%. Non solo. Anche per il trimestre agosto-ottobre la richiesta si attesta su 1,3 milioni di assunzioni, in aumento del 2,3% rispetto all’analogo periodo del 2023 (+30mila contratti). E se guardiamo i dati più da vicino ci accorgiamo che il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 187mila unità, pari al 59,4% del totale, seguiti dai contratti a tempo indeterminato (52mila, 16,5%) e da quelli di somministrazione (34mila, 10,8%).

L’OPPORTUNITÀ

Tante in questa fase le opportunità nel settore dei servizi, che prevede 227mila contratti ad agosto e 919mila nel trimestre agosto-ottobre. L’industria, segnala sempre il bollettino del Sistema informativo Excelsior, cerca 88mila lavoratori nel mese e 392mila da qui ad ottobre. Il manifatturiero quasi 57 mila ad agosto e 243 mila nel trimestre, mentre le costruzioni rispettivamente 31mila e 150mila. In parallelo, sale al 48,9% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati dalle imprese, difficoltà dovuta prevalentemente alla mancanza di candidati e di formazione adeguata per questi profili. Scarseggiano ingegneri, addetti alla ristorazione (camerieri in primis), tecnici in campo ingegneristico e della salute, insegnanti di scuola primaria e pre-primaria, operatori per la cura estetica e operai specializzati come quelli impegnati nelle rifiniture delle costruzioni, fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica. Tutte figure professionali delle quali c’è disperato bisogno. I dati di Unioncamere non sono però gli unici a mostrare i cambiamenti in corso nel mondo del lavoro dopo la fine del reddito di cittadinanza.

Gli stessi mutamenti si possono vedere anche attraverso il binocolo dell’Istat. In un anno, dal giugno 2023 al giugno 2024, gli occupati in Italia sono aumentati di 337mila unità, l’1,4% in più. Ma soprattutto, sottolinea l’istituto di statistica, calano in maniera costante gli inattivi: quelli senza un lavoro che a giugno non si sono mossi per trovarne uno erano 41mila in meno rispetto al mese precedente. In compenso, sale anche se a livello quasi impercettibile la disoccupazione, che a giugno è tornata a un tasso del 7%. Più nel dettaglio, gli occupati in Italia a giugno 2024 erano 23 milioni e 949mila, I dipendenti permanenti sono arrivati a quota 16 milioni e 37mila, mentre gli autonomi sono 5 milioni e 144mila. I dipendenti a termine sono scesi a 2 milioni e 768mila. Al posto del reddito di cittadinanza adesso ci sono il Supporto per la formazione e il lavoro, misura rivolta ai soli occupabili, dunque alle persone in condizione di cercare un impiego, e l’Assegno di inclusione. Il Supporto per la formazione e il lavoro, o più brevemente Sfl, garantisce agli aventi diritto 350 euro al mese, a patto che partecipino attivamente ai programmi di qualificazione e riqualificazione professionale. La misura, secondo l’Osservatorio appena pubblicato dall’Inps, a maggio ha raggiunto 56.796 persone, di cui 32.311 donne. Da settembre 2023 sono state accolte circa 96 domande per l’assegno Sfl. Il Supporto per la formazione e il lavoro tende la mano a disoccupati, giovani alla ricerca del primo impiego, lavoratori in cassa integrazione o in situazioni di precariato, oltre che a persone che desiderano riqualificarsi professionalmente.

LA FORMAZIONE

Il processo di presa in carico da parte dei centri dell’impiego e delle agenzie per il lavoro parte valutando le necessità formative dell’individuo, allo scopo di individuare il percorso formativo più adeguato a lui. Percorso che può prevedere corsi professionalizzanti, tirocini, apprendistati o anche formazione superiore. Non mancano poi le riduzioni contributive per le aziende che assumono i partecipanti ai percorsi formativi. Per quanto riguarda l’Adi — l’aiuto per i nuclei con al loro interno minori, disabili, anziani e persone in condizione di forte svantaggio — sono oltre 624mila le famiglie (1,5 milioni di persone coinvolte) che a maggio hanno ricevuto l’assegno per un importo di 617 euro. Infine, sono più di 697mila i nuclei che hanno ottenuto almeno una mensilità del sussidio nei primi sei mesi di quest’anno. 

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