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«Jannik è inferiore sulla terra rossa, ma al Roland Garros potrebbe essere diverso»


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Dopo quasi cinquant’anni, il nome di Adriano Panatta resta ancora l’ultimo inciso nell’albo d’oro degli Internazionali d’Italia tra i vincitori italiani. Correva l’anno 1976 e nemmeno Jannik Sinner è riuscito, per ora, a interrompere questo lungo digiuno.

Nell’attesissima finale contro Carlos Alcaraz, il numero uno azzurro ha ceduto in due set con lo spagnolo che ha dimostrato la sua superiorità sulla terra rossa. «Carlos è stato bravo a portare a casa il tie-break dopo che entrambi non avevano brillato nel primo set. Da quel momento si è sbloccato dal punto di vista nervoso e ha giocato alla grande, mentre Jannik si è innervosito e non è riuscito più a reggere il ritmo del match» ha dichiarato proprio Panatta ai microfoni della Rai, sottolineando il cambio di passo dell’avversario dopo un primo parziale molto equilibrato. «Dall’altra parte, invece, Sinner ha perso il primo set, è un po’ calato di nervi e non è riuscito più a contrastare lo spagnolo. Questa è un po’ la storia della finale», ha aggiunto l’ex campione azzurro.

Pur riconoscendo la superiorità dell’avversario, Panatta non ha perso l’occasione per esprimere fiducia nelle potenzialità di Sinner, puntando già lo sguardo verso il Roland Garros: «Adesso la prossima sfida è fissata per il torneo di Paragi e lì potrebbe essere tutta un’altra storia considerando che si gioca per due settimane, ci sono 128 giocatori e si lotta tre set su cinque — ha spiegato Panatta — lo spagnolo ha dimostrato di essere superiore sulla terra battuta.

Su questa superficie deve essere il tennista a cercare la palla, mentre sul cemento viene lei da te. Questa è la differenza, Sinner deve lavorare ma sono sicuro che acquisirà questa dimestichezza». 

Appuntamento a Parigi quindi tra Jannik e Alcaraz, per l’erede di Panatta a Roma invece dovremmo attendere l’anno prossimo.

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