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Comuni più virtuosi Gli investimenti salgono a 16,3 miliardi


Migliorano i conti degli enti locali. Secondo la Corte dei Conti nel 2023 la cosiddetta “finanza locale” di Comuni, province e città metropolitane ha intrapreso un percorso di crescita, con le entrate che aumentano e gli investimenti che salgono a 16,3 miliardi di euro. Soprattutto grazie all’attuazione del Pnrr. I flussi di cassa del primo semestre di quest’anno registrano così una crescita 22% sullo stesso periodo dello scorso anno.

Certo, ci sono situazioni differenti a seconda delle aree più o meno sviluppate del Paese. E ancora: i ritardi nei rimborsi Pnrr da parte dello Stato per 10 miliardi e l’inflazione che spinge i Comuni ad aumentare i costi a carico dei cittadini (a partire dai trasporti), ma complessivamente aumenta il saldo dei rendiconti e cala il disavanzo. Stando agli ultimi dati disponibili, secondo la Corte, i saldi di competenza vedono un risultato positivo per 56,93 miliardi, mentre il disavanzo si ferma a 2,18 miliardi.

FATTURE E IMPIEGHI

L’analisi della Corte riguarda i rendiconti dei 7441 enti (di cui 7343 Comuni), presenti nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato, e sono riferiti al biennio 2021-2022. Considerando gli incassi, la riduzione dei trasferimenti correnti è bilanciata dalla ripresa delle entrate proprie degli enti locali. Sul versante dei pagamenti, invece, a fronte di una riduzione dei tempi di liquidazione delle fatture per debiti commerciali (non ancora, tuttavia, in linea con i target del Piano di resilienza), aumentano i pagamenti per le opere pubbliche, legati ai maggiori finanziamenti e alla semplificazione delle procedure di affidamento dei lavori.

Se gli interventi statali, secondo la magistratura contabile, vengono soprattutto reindirizzati al sostegno alla spesa per acquisto di beni e servizi, compensando gli effetti dei rincari energetici, sul fronte della spesa in conto capitale si registra un aumento del 9,2% per gli impegni e del 19% per il fondo pluriennale vincolato dello Stato. Questo serve a coprire le spese quando sono imputate a bilanci diversi nel passaggio tra la loro acquisizione e l’impiego. La dotazione del Fondo, in crescita, ha generato però dubbi sul corretto funzionamento dei meccanismi di riparto e utilizzo dei soldi pubblici.

Registrano bilanci in avanzo, nel complesso, anche le Province (che chiudono a 325,9 milioni di euro) e le Città metropolitane (475,8 milioni di euro), con una ripresa delle entrate (+25,3%) e delle spese in conto capitale (+19,4%). Per tutti gli enti, però, ad esclusione delle Province, in cui il dato nazionale resta sostanzialmente stabile rispetto all’ultimo report della Corte, il debito totale aumenta lievemente, vista l’elevata tendenza alla patrimonializzazione. L’andamento dei debiti fuori bilancio è invece in diminuzione per i Comuni e in netto aumento per le Province e le Città metropolitane, in particolare per la quota legata alle sentenze esecutive e agli acquisti di beni e servizi.

In crescita gli stanziamenti all’apposito fondo a copertura del debito legato alle spese per cause processuali. Nell’ultimo triennio, conclude la Corte, il ricorso alle procedure di dissesto e di riequilibrio finanziario pluriennale ha subito un’accelerazione nei Comuni, specie in quelli di Sicilia, Calabria e Campania, con valori vicini a quelli del 2019, prima dello scoppio della pandemia. È migliorata sensibilmente, invece, la situazione finanziaria delle Province.

LE PROSPETTIVE

Per confermare questi dati in miglioramento per gli enti locali sarà decisiva l’applicazione del Pnrr nei prossimi due anni. Senza rimborsi da parte dello Stato, però, il rischio default, secondo l’Oice (l’Organizzazione di ingegneria e di consulenza di Confindustria) e l’Uncem (l’Unione dei comuni montani), è vicino, soprattutto per i piccoli centri delle aree interne. A meno di aumentare ancora il costo dei servizi pubblici (come metro, autobus e taxi nelle grandi città) o alzare le tasse. Quest’anno lo hanno fatto con l’Irpef comunale Napoli e Palermo e non è detto che il prossimo anno non possano fare lo stesso altri Comuni.

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