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«Una follia, aveva appena rinnovato. Società fragile»


«Follia!!! Credere è dare il cuore a chi hai scelto. Daniele lo ha fatto. La società? Quanto è fragile!!! Sempre forza Roma». È il post di Vincent Candela, con cui ha scelto di difendere il suo amico De Rossi. Che ha visto crescere a Trigoria, mentre la Roma stava vincendo il suo terzo scudetto, e da anni lo frequenta come amico, tra una partita di padel e l’altra.
Vincent, l’ha presa male?
«Così non si costruisce niente».
Follia?
«Sì. È un problema di fondamenta, è sempre così. Dipende sempre dal manico».
Una scelta affrettata?
«Dopo quattro partite? Ormai non mi stupisco più di niente, tutto già accaduto. Non è un caso se qui non si vince da ventitré anni».
Con De Rossi si poteva costruire qualcosa.
«Gli hanno appena fatto un contratto di tre anni, nell’ultimo campionato non è andato in Champions per una partita persa, per pochi punti. Ora ha sbagliato un paio di gare. Non si trattano così le persone».
I simboli specialmente.
«Daniele lo è, ci aveva messo passione. Bisognava crederci di più. E non lo dico solo per difendere un amico, non penso sia il modo di comportarsi».
I risultati non arrivavano.
«Sì ma non penso sia solo per quel motivo».
E di che altro parliamo?
«Mi pare che ci sia l’assenza della società. Serve un presidente più presente».
O una figura alla Totti?
«O Boniek. Uno con cui gestire questioni di campo e strategie di mercato».
Troppo ingombranti certe figure, come sostiene Totti?
«Questa cosa non la concepisco. Quante volte mi è capitato di giocare con calciatori più forti di me? Zidane, lo stesso Totti. Ho sempre provato piacere a confrontarmi con loro, non ho mai pensato che fossero ingombranti. Certi personaggi hanno un peso. Ma poi, con tutto il rispetto per Ghisolfi, aggiungo che forse sarebbe servito un direttore con più conoscenze del calcio italiano. Lui stava in Francia, magari certi meccanismi non li conosceva. E poi Dybala…».
Cioè?
«Va via, resta, non si capiva. Una questione che ha messo tutti in difficoltà: i tifosi, e anche Daniele. La Roma è una cosa seria, una storia del genere non era concepibile nemmeno nel paesino dove sono nato. E’ una società fragile».
Ma secondo lei, De Rossi in cosa ha sbagliato?
«Forse doveva insistere di più per avere una figura a lui più vicina. Magari preferiva, come ds, Massara. A quel punto, magari, potevi rinunciare a una parte dei soldi per ottenere un personaggio più vicino a te. E invece ha accettato, per lui la Roma era un sogno».
Ha accettato e ora è diventato lui il parafulmine.
«Quando è andato via Mourinho, lui ha fatto un grande favore alla Roma. E ora che non serve più».
Che pensa di Juric?
«Ha sempre fatto il suo. Ma non sarà lui la soluzione di tutti i problemi».
 

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