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Parlamento Ue approva l’uso delle armi in territorio russo, ma i partiti italiani restano contrari


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L’Eurocamera ha approvato — con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astenuti — la risoluzione per il sostegno all’Ucraina. Nel suo insieme, il documento è stato votato quasi da tutti gli eurodeputati italiani del Pd, eccezion fatta per i pacifisti indipendenti come Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Diverso il discorso per il famigerato articolo 8, che chiede la revoca delle restrizioni all’utilizzo su territorio russo delle armi inviate a Kiev. Sul paragrafo in questione, molto discusso, l’Italia è stata una voce fuori dal coro, mentre il Pd si è spaccato. L’Eurocamera, in ogni caso, lo ha approvato con 377 sì, 191 no e 51 astenuti.

L’anomalia italiana

Tutti i partiti italiani, FdI, Pd, Lega e M5S — eccezion fatta per alcuni singoli — si sono espressi contro l’articolo 8, una posizione «anomala» a Strasburgo, che sancisce il rifiuto del nostro Paese per una possibile escalation degli scontri.

Gli unici europarlamentari di FdI che si sono espressi a favore, Lara Magoni e Ruggero Razza, hanno parlato di un «errore tecnico». Da FdI hanno fatto sapere: «Magoni e Razza hanno prontamente comunicato l’errore agli uffici competenti e registrato il proprio voto contrario (come tutta la delegazione di Fratelli d’Italia) che verrà riportato nei verbali definitivi della votazione».

Oltre che nel Pd, anche nella delegazione di FI sono emerse posizioni diverse: Massimiliano Salini e Marco Falcone hanno votato a favore del paragrafo 8, mentre Caterina Chinnici, Salvatore De Meo e Flavio Tosi si sono espressi in senso contrario. 

Il paragrafo 8 della risoluzione spacca il Pd

Il Parlamento europeo ha quindi fatto passare con ampio margine l’articolo 8 della risoluzione, un documento non vincolante. Ma il voto sul suddetto paragrafo ha creato un distinguo nel gruppo del Pd a Strasburgo. Tra i dem, 8 hanno votato contro l’articolo che alleggerisce le restrizioni sull’utilizzo delle armi in territorio russo: tra questi Camilla Laureti, Annalisa Corrado, Alessandro Zan e Sandro Ruotolo, tutti vicini alla segretaria Elly Schlein, oltre al capodelegazione Nicola Zingaretti, ad Antonio Decaro, a Matteo Ricci e a Brando Benifei. Una posizione che non corrisponde a quella del gruppo dei socialisti, di cui il Pd fa parte.

Hanno votato invece a favore le dem Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini. Mentre Stefano Bonaccini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Lello Topo, Alessandra Moretti e Irene Tinagli hanno votato la risoluzione ma non si sono espressi sull’articolo 8.

Ancor prima del voto, Picierno e Gualmini avevano reso pubblica la loro posizione sui social. «Voterò a favore dell’articolo 8 che invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali — scrive Picierno, vicepresidente Pd dell’Europarlamento — consegnati all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, che ostacolano la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa secondo il diritto internazionale. Voterò convintamente in linea col gruppo dei Socialisti e Democratici». Le ha fatto eco Gualmini: «Sto dalla parte della democrazia e della difesa della libertà. Non sto dalla parte dei Vannacci, dei Bardella, dei Patrioti e dei filoputiniani ormai presenti in dosi massicce al parlamento europeo».

Ue, sì all’uso delle armi a Kiev: gli eurodeputati italiani votano no (molti dem frenano). L’Eurocamera: l’Ucraina deve poter colpire la Russia

 

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