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secondo posto e sabato c’è la Juventus


Sembra quasi una legge non scritta. Metti Antonio Conte nel motore di una squadra e lui flirta immediatamente con la vetta della classifica. Juventus, Inter, Chelsea e adesso pure il Napoli che ha riportato lassù in appena quattro partite. L’esordio choc al Bentegodi contro il Verona, poi da perfetto condottiero ha ribaltato la situazione mostrando un modo diverso di interpretare il calcio, sin da subito redditizio: il Napoli non infilava un tris di successi da febbraio 2023. Ci ha pensato Antonio a restituire la mentalità vincente.

Il nuovo Napoli targato Conte

Ha cambiato già tanto rispetto al passato. Il fioretto da solo non basta più nel calcio moderno, la sua creatura imparato a ‘tirare’ pure di sciabola e sa combattere nei momenti complicati aggiudicandosi i duelli individuali in ogni zona del campo. Il Napoli lo ha dimostrato ribaltando il match con il Parma ma anche stringendo i denti nel secondo tempo della sfida di domenica alla Domus Arena: il Cagliari ha spinto per almeno venti minuti alla ricerca del pareggio e probabilmente lo avrebbe anche meritato se non ci fosse stato un Meret in stato di grazia. Gli azzurri si sono aggrappati al numero uno friulano (che presto rinnoverà il contratto) e poi hanno chiuso i conti con la potenza di Lukaku e la qualità di Kvaratskhelia, i nuovi gemelli del gol del Napoli di Antonio Conte.

La sua presenza in panchina è un marchio a denominazione di origine protetta. Segni particolari: la squadra non si arrende mai e lotta fino al triplice fischio. Gli azzurri hanno ritrovato la grinta necessaria e daranno fastidio a tutte le concorrenti per l’alta classifica. E’ il primo effetto della cura Conte. Tutti per Antonio che è il leader riconosciuto di un gruppo che vuole di nuovo stupire. La sintesi è del direttore sportivo Giovanni Manna: «È un vincente», ha detto in un’intervista a Sky.

Il Napoli ha scoperto di non essere soltanto bello. Sarri e Spalletti hanno sublimato al massimo l’estetica applicata al calcio, Conte – invece – sta cercando pure la concretezza. Una manovra diversa (più verticale) con un Napoli che – come dice lui – adesso sa sporcarsi pure le mani: «Negli anni scorsi non amava molto farlo». Ora è tutto diverso. Conte è entrato nella testa dei giocatori in poco tempo e ha trasformato il modo di lavorare e l’approccio alle gare. Il lavoro ovviamente è appena cominciato: bisogna migliorare nella ricerca dell’equilibrio e sulle distanze tra i reparti. Ma la strada è tracciata: «Dobbiamo metterci i paraocchi e continuare a correre». Antonio può pensare soltanto al campionato e questo rappresenta sicuramente un vantaggio. Il Napoli sta ancora lavorando alla sua identità tattica: un centrocampo extralusso con gli arrivi di McTominay e Gilmour sta imponendo delle riflessioni sulla possibilità di cambiare modulo.

Potrebbe addirittura mettere da parte l’ormai consolidata difesa a tre per puntare sul 4-3-2-1. Ci sta lavorando già da qualche giorno e dovrà decidere soltanto quando presentare le novità. Difficile che Conte lo faccia sabato in una sfida che di certo non passerà inosservata. Il Napoli sarà di scena allo Stadium contro la Juventus, dove Antonio Conte è di casa. E’ stato capitano bianconero e condottiero della rinascita con tre scudetti consecutivi, dal 2011 al 2014. Una ricostruzione totale e inesorabile. La stessa che ha iniziato pure con il Napoli. Con una certezza: quando Conte ‘vede’ la vetta, poi difficilmente la molla.

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