I tassi Usa restano fermi, ma le speranze di un cambio di direzione a settembre sono sempre più concrete visto che l’inflazione si muove verso il target del 2%. Salvo grossi cambiamenti di direzione nel prossimo mese, e con l’inflazione al 2.5% come a giugno, è quasi sicuro che a settembre, dopo quattro anni consecutivi, la Federal Reserve farà il primo taglio ai tassi sul costo del denaro ora ai massimi di 23 anni, nell’intervallo compreso tra 5,25% e 5,50%. Si tratterebbe della fine di un’epoca, quella iniziata con la pandemia, in cui i tassi erano stati portati dallo zero a un valore record per arginare l’inflazione — nel luglio del 2022 aveva superato il 9% — e le interferenze sull’economia delle tensioni internazionali. «Non c’è nulla di deciso» su quando ci sarà un taglio, ha detto il presidente della Fed in conferenza stampa precisando comunque che una riduzione del costo del denaro è «più vicina» e settembre «potrebbe essere sul tavolo». Quanto basta per spingere ieri il Dow Jones oltre l’1% e il Nasdaq oltre il 3%.
La riunione del 17-18 settembre è l’ultima chance per agire prima del voto americano. Pur avendo più volte ribadito l’indipendenza dalla politica, e nonostante lo stesso Powell abbia ribadito ieri che un eventuale taglio a settembre sarebbe «apolitivo», la Fed sa bene che una mossa dopo l’estate la esporrebbe a una valanga di critiche vista la vicinanza alle elezioni presidenziali. Una riduzione, in grado di spingere i mercati azionari e l’economia, offrirebbe ai repubblicani e soprattutto a Donald Trump l’occasione di puntare il dito contro una Fed politicizzata. In ogni caso, per un taglio dei tassi serve una «maggiore fiducia» su un calo sostenibile dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%, ha spiegato la Fed nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione.
Il 12 settembre è attesa invece la decisione della Bce. L’inflazione in Italia torna a salire. A luglio mette a segno un aumento all’1,3%, rispetto allo 0,8% del mese precedente, per colpa dei prezzi energetici. Ma i rincari Ue viaggiano comunque ad una velocità doppia rispetto al nostro Paese. Il dato Ue, registrato con l’indice Ipca che guarda al costo della vita senza il prezzo dei beni energetici importati ma considerando i saldi stagionali, corre il doppio: è al +2,6% su base tendenziale, in lieve rialzo dal 2,5% di giugno. Dati che non cambieranno la strategia sul taglio dei tassi della Bce, giura il mercato.
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