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Ventimila domande per i concorsi Sna: la Pa è attrattiva


Sempre più allievi con esperienze internazionali. E sempre più persone che hanno alle spalle master e borse di ricerca. C’è una pubblica amministrazione che riesce ad attrarre talenti. A dirlo con orgoglio è stata ieri Paola Severino, Presidente della Sna, la Scuola Nazionale della Pubblica amministrazione durante la cerimonia di inaugurazione del decimo corso-concorso di formazione dei futuri dirigenti pubblici che si è tenuta ieri alla Camera nella Sala della Regina. Il bando del decimo corso-concorso per figure dirigenziali della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, ha spiegato Severino, «ha raccolto poco meno di 20mila domande di partecipazione: una risposta che dimostra come la prospettiva della dirigenza pubblica sia tornata ad essere attrattiva per i migliori talenti del nostro Paese». I numeri, ha aggiunto il Presidente della Sna, «sono eloquenti: età media sempre più bassa, significativa presenza femminile, una quota crescente di allievi con esperienze di ricerca e di formazione internazionale». Ma il dato più significativo, secondo il presidente, non è di carattere quantitativo ma «qualitativo» visto che le persone selezionate hanno già dimostrato capacità di «problem solving, di attitudine al cambiamento, di disponibilità a misurarsi con la complessità».

L’INTERVENTO

Parlando ai vincitori del corso-concorso, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, ha spiegato che in «uno scenario complesso, caratterizzato da sfide spesso inedite» oggi è «fondamentale concepire le nostre istituzioni non come compartimenti isolati ma autentici ecosistemi aperti, in grado di interagire», anche all’esterno con «il tessuto sociale, economico, territoriale», creando un «meltin pot istituzionale». Il ministro ha anche auspicato «un nuovo approccio alla leadership», non come «esercizio di potere ma come ruolo di responsabilità», con «capacità di ascolto» e di creare «ambienti di lavoro stimolanti». E poi ha sottolineato la volontà di innescare «un cambiamento culturale», fondatore «sul merito». «Servire lo Stato diventa una missione», che ha bisogno anche «di coraggio», ha detto ancora Zangrillo.

Severino poi, si è soffermata su un punto considerato centrale: il Piano Mattei per l’Africa. La Scuola nazionale dell’Amministrazione, ha spiegato, è stata individuata insieme al Dipartimento della Funzione pubblica, come player nella formazione dei dipendenti pubblici dei Paesi africani. «Non si tratta», ha detto Severino, «di una scelta tecnica, ma di una precisa indicazione politica: la cooperazione tra Italia e Africa passa anche dalla capacità di costruire amministrazioni solide, competenti, trasparenti».


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