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Tecnologia nostalgia canaglia, quando la conservazione non conosceva i benefici del freddo


Una finestra che s’affaccia sul mondo, quell’anta che si apre. Gesto quotidiano, per lo spuntino o per la ricetta lampo e “salva cena”.

Il frigorifero è tra i simboli più esatti ed efficaci della globalizzazione: la conservazione dei cibi grazie al freddo ha delocalizzato i gusti alimentari, svincolando la dieta dalle produzioni territoriali e diversificando i menù. Mangiare tutto, da ogni angolo del mondo, in qualsiasi momento: oggi è scontato, ma non lo era affatto. Il primo esperimento di lunga conservazione con refrigerazione in viaggio, dall’Argentina alla Francia, fu fatto con tagli di carne sudamericana: dopo tre mesi in nave, il carico arrivò in buono stato a destinazione, era il 1876. Il frigo (la colloquiale dicitura abbreviata sa di casa) ha un funzionamento tanto elementare quanto geniale: una camera isolata dall’esterno con condizioni a bassa temperatura termoregolata. Principio basilare: un liquido, evaporando, sottrae calore dall’ambiente circostante, abbassandone la temperatura. Quel liquido agli inizi fu l’ammoniaca, poi venne il freon, cioè una miscela di clorofluorocarburi dagli anni ’90 prima limitata e poi bandita del tutto per l’impatto atmosferico, adesso i fluidi refrigeranti più usati sono diversi. Più padri fondatori, il frigorifero è una sorta di intuizione diffusa. Ma del resto, l’esigenza della conservazione delle derrate era avvertita dalla notte dei tempi: essiccazione e salagione le primordiali tecniche prima delle neviere, cioè delle ghiacciaie sotterranee. Occorreva altro: il primo brevetto dell’americano John Gorrie (1851), i perfezionamenti, le evoluzioni col recupero di gas da parte di più scienziati e inventori, tra questi il francese Charles Tellier. Fu lui a partorire l’impianto che consentì alla carne argentina di giungere in Europa. Era la conquista del freddo: “intrappolare” e governare gli elementi della Natura ha sempre quel brivido sfidante. La spinta decisiva al frigo fu data dall’energia elettrica, il prototipo americano è del 1913, ma spetterà alla General Motors e al suo celebre “Frigidaire” sdoganare definitivamente l’elettrodomestico, quando ormai lo sviluppo industriale dell’800 aveva accelerato l’urbanizzazione, svuotato le campagne e reso fondamentale la conservazione degli alimenti. Europa e Italia dovranno aspettare il boom economico degli anni ’60 per apprezzare su larga scala i prodigi del frigorifero. Che intanto ha deciso pure di diventare iperconnesso e smart: globalizzazione, e cosa sennò?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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