Le banche stanno abbassando i tassi di interesse sui prestiti agli statali che chiedono l’anticipo del Tfr-Tfs fino a 45 mila euro. Una buona notizia per i dipendenti pubblici che arriva a pochi giorni dalla firma del decreto della Funzione pubblica con cui è stato prorogato, di altri 24 mesi, l’Accordo quadro sottoscritto nel 2020 per l’anticipo del Tfs-Tfr in banca. Il rendistato generale, l’indice che fotografa il rendimento di un paniere di titoli di Stato e che gli istituti di credito utilizzano per calcolare i tassi da applicare su questi prestiti, è in rapida discesa: l’ultimo bollettino di Bankitalia lo vede a settembre al 3,1%, contro il 3,5% circa di inizio anno, ai livelli più bassi da settembre 2022. Questo è il terzo calo consecutivo del rendistato da giugno e di questo passo l’indice potrebbe scivolare sotto il 3% prima della fine dell’anno. Un’inversione di tendenza dettata anche dalle mosse della Bce che a giugno ha ripreso a tagliare il costo del denaro e che sembra intenzionata a proseguire in questa direzione anche a ottobre (decisiva la riunione in programma il 17 di questo mese).
Statali, la trattativa sugli aumenti continua: prosegue il confronto all’Aran. Sì allo smart working
GLI ISTITUTI
Gli statali in pensione che non possono permettersi di aspettare anni, a volte anche cinque, prima di ricevere i soldi della liquidazione, iniziano a tirare un sospiro di sollievo. La possibilità di rivolgersi agli istituti di credito convenzionati con lo Stato per ottenere l’anticipo del Tfr-Tfs in banca è stata introdotta prima del Covid, quando a Palazzo Vidoni sedeva ancora Giulia Bongiorno, e per alcuni anni si è rivelata una valida alternativa, visto che all’inizio la spesa per gli interessi raggiungeva a fatica l’un per cento. Poi però il rendistato generale ha alzato il muso come un boeing al decollo, arrivando presto a toccare livelli record, e con esso sono schizzati alle stelle pure gli interessi chiesti dalle banche agli statali. Il tasso applicato è il frutto della somma del rendistato e dello spread (un mezzo punto percentuale). Oggi il rendistato per le fasce di vita residua più brevi si posiziona tra il 2,6 e il 3,1%. Di conseguenza il tasso di interesse su un prestito di 45 mila euro oscilla tra il 3 e il 3,5%. Esattamente un anno fa si arrivava al 4,5%. Rispetto ad allora la spesa per gli interessi è calata perciò di quasi 500 euro sui prestiti più alti.
Oggi i dipendenti pubblici ricevono i soldi della liquidazione a tranche e i pagamenti sono spalmati su più anni. Una regola introdotta dal governo Monti più di dieci anni fa quando i conti pubblici erano sull’orlo del precipizio e l’austerity faceva da bussola. Il pagamento differito e rateizzato del trattamento di fine servizio o rapporto ai dipendenti pubblici è finito tuttavia nel mirino della Consulta in più di un’occasione. I giudici della Corte nel 2023 hanno anche chiesto al parlamento di intervenire per ristabilire la parità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati, però finora nulla è cambiato.
Confsal-Unsa, il sindacato che da anni si batte in prima linea affinché venga messo un punto al pagamento differito della liquidazione nel settore pubblico, non si arrende. Così il segretario generale Massimo Battaglia: «L’anticipo in banca non è una soluzione, i soldi del Tfs-Tfr appartengono agli statali ed è giusto, come ha sottolineato la Consulta, che vengano loro versati con le stesse tempistiche del privato. I dipendenti pubblici si sono sacrificati abbastanza in questi anni».
Sono state avanzate alcune proposte di legge, a dire il vero, per ristabilire una sorta di equilibrio, ma si sono presto scontrate contro il muro della Rgs, la Ragioneria dello Stato, per assenza di coperture. Stando a una recente simulazione della Cgil (Fp, Flc, Spi) il differimento del pagamento del Trattamento di fine servizio determina una perdita economica per gli interessati compresa tra 17.000 e 41.000 euro, per effetto dell’inflazione e dell’impossibilità di investire i soldi della liquidazione per farli fruttare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio, investimenti, mercati: ogni venerdì alle 17
Iscriviti e ricevi le notizie via email