Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics «Sono quello civile». «Vieni alla foto?»
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«Sono quello civile». «Vieni alla foto?»


ROMA Che sia la volta buona? Se lo chiedono tutti a Bagnoli, quartiere simbolo di Napoli, cuore industriale della siderurgia italiana abbandonato a sé stesso da troppi anni. I residenti affacciati ai balconi, la folta platea dell’Auditorium di Porta del Parco, i manifestanti che protestano all’uscita. Giorgia Meloni mette la firma sulla svolta. Sigla insieme al commissario straordinario di governo al Sin-Bagnoli-Coroglio, il sindaco di Napoli Gateano Manfredi, il protocollo d’intesa che destinerà all’area industriale 1,2 miliardi di euro: «Cambieremo le cose». Al suo fianco il ministro agli Affari Ue Raffaele Fitto e, più defilato, il padrone di casa Vincenzo De Luca, governatore dem della Campania e arci-rivale della premier.

IL DUELLO

C’era una certa attesa per il nuovo incontro tra la leader della destra a Palazzo Chigi e lo “sceriffo” di Salerno, visto il duello cinematografico che va in scena ormai da mesi. E l’attesa non è stata invano. «Sono il civile De Luca, ben arrivata — allunga la mano il governatore Pd a Meloni nell’auditorium. Lei non si scompone, anzi gli sorride, «grazie presidente». Poi lo invita sul palco per una foto di gruppo, lui accetta, recalcitrante. Ecco la nuova puntata di una saga politica diventata ultra-pop. Iniziata con una puntata pilota di De Luca in Transatlantico, a insultare quella “str****” della premier. Che gli ha restituito il favore con un colpo di teatro nella sua visita a Caivano, due mesi fa, «sono quella str*** della Meloni».

Niente sceneggiate, questa volta. È il giorno del grande annuncio. Promette che «cambieranno le cose», la presidente del Consiglio, dopo trent’anni di limbo. Oltre al rilancio del sito industriale, il piano prevede altri obiettivi. La riqualificazione di Borgo Coroglio, un parco urbano di 130 ettari con impianti sportivi, 13 chilometri di pista ciclabile. Interventi che, annuncia Meloni, dovranno finire entro il 2031 e genereranno un indotto occupazionale, tra lavoratori diretti e indiretti, di 10mila unità. «Faremo quello che va fatto — dice la premier — e dimostreremo a chi pensava che questi territori fossero in qualche modo spacciati, cioè che non avessero speranza, che si potessero solamente mantenere nella loro condizione con l’assistenzialismo, beh dimostriamo a questa gente che si sbagliava di grosso». Il rilancio di Bagnoli è una colonna portante della strategia del governo per il Mezzogiorno.

Di qui la visita in pompa magna e la premier che ci mette la faccia, a rivendicare quanto fatto finora. «La proroga di decontribuzione Sud, acclamata trasversalmente da tutte le forze politiche, è stata accordata dalla Commissione europea su richiesta del governo italiano», aggiunge. Un assist ad Ursula von der Leyen con cui si sentirà proprio in queste ore per sbrogliare la matassa Ue? Chissà. Nel frattempo, la tregua con De Luca vacilla proprio sui fondi europei. Dice Meloni: «Vale la pena ricordare che su questo sito, a fronte dei circa 2 miliardi e 280 milioni di euro che sono necessari a coprire il costo degli interventi di riqualificazione e di risanamento, era stata messa a disposizione la cifra di 480 milioni, cioè meno di un settimo di quanto necessario». Risponde il governatore a distanza, piccato: «Non c’è bisogno di ribadirlo, quando si parla di fondi nazionali si parla di fondi nazionali già attribuiti alle regioni, quindi sono fondi di competenza regionale. Il miliardo e 200 milioni sono fondi della Regione Campania».

LE DIVISIONI

Il clima è questo. E si capisce allora la ritrosia del presidente campano a salire sul palco, mentre Meloni e Fitto osservano un’opera d’arte contemporanea donata da Manfredi, ispirata al sito dei sei bicchieri, la vecchia centrale di raffreddamento dell’Ilva. La premier chiama De Luca, «su, per l’arte…», lui sbuffa, poi cede alla foto di gruppo. E coglie l’occasione per lamentarsi con Fitto all’orecchio sui fondi di coesione che spettano alla sua Regione. Il ministro non si scompone, anzi sorride. Forse immaginandosi già lontano da queste beghe, commissario a Bruxelles come piacerebbe a Giorgia e pure ad Ursula.

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