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Sinner, silurati preparatore e fisioterapista: così Jannik ridisegna il cerchio magico. La verità di Cahill: «Sapevamo tutto da mesi»


Quando riappare sulla scena Alex Vittur, il miglior amico di Jannik Sinner, ex tennista anche lui, poi manager e angelo custode, c’è un problema da risolvere, un vuoto da colmare. Stavolta bisognava intervenire per l’improvvisa esclusione dal team, di due pedine fisse, il preparatore atletico, il veterano Umberto Ferrara (già con coach Simone Vagnozzi alla guida di Marco Cecchinato) e il fisioterapista, già alla Virtus Bologna Basket, Giacomo Naldi. Esclusione che dovrebbe diventare ufficiale a breve e porterà a nuove delicate scelte, a poche ore dagli US Open. Dal maggio del 2022, Ferrara e Naldi sono stati gli affiatati pilastri della preparazione fisica del numero 1 del mondo, quelli che abbiamo visto soffrire e gioire insieme ai due coach, quelli che Jannik citava sempre come i personaggi-cardine del suo quotidiano: ore e ore fra palestra e campo, ma anche a tavola, nelle lunghe attese, negli spostamenti da un torneo e l’altro e fra una partita e l’altra. A loro Jannik tributava sempre grandi onori dopo ogni vittoria e grandi meriti per i progressi fisici. Ma che poi all’improvviso, da cinque mesi sono spariti dalla tribuna e dai radar: il solo Naldi con una spiegazione ufficiale, il matrimonio durante Wimbledon. Li abbiamo ritrovati nella sentenza dell’ITIA ufficializzata martedì, con ben 51 menzioni l’uno e 78 l’altro. Col primo che ha raccontato di aver di acquistato lo spray vietato e il secondo di averlo somministrato all’atleta senza guanti, malgrado una ferita al mano sinistra e la delicata situazione di piedi di Jannik, senza verificare le controindicazioni del farmaco. Una leggerezza che al campione italiano è costata 400 punti in classifica e 250mila dollari, quanto aveva guadagnato con la semifinale di Indian Wells.

Sinner, chi è il fisioterapista Naldi (scomparso dai campi). E quella foto con il dito fasciato che scagiona Jannik

Verità Cahill

«Sapevamo tutto questo da qualche mese e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria», ha raccontato Darren Cahill, il super-coach australiano di Sinner, alla tv ESPN per cui collabora. «A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo (Naldi) ha messo la mano nella borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa. Io non ho visto nulla: l’unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto (Ferrara). In seguito Jannik ha visto Giacomo, ha notato il taglio, gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando qualcosa per curare il dito e lui gli ha risposto di no. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia ma che io non avevo mai visto né sentito prima, lo portava dietro per ragioni personali e l’ha offerto a Naldi. Che l’ha usato per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e così la sostanza è passata da lui a Jannik». L’ex giocatore australiano ribadisce la tesi difensiva che ha portato all’assoluzione di negligenza di Sinner: «Fino a Miami non abbiamo saputo nulla del test. Solo dopo che aveva vinto il torneo Jannik è stato avvisato di essere risultato positivo all’anti-doping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray del preparatore atletico». La sospensione era già scattata, per cui l’obiettivo è diventato cancellarla: Sinner non aveva colpe e doveva continuare a giocare. «Jannik è un ragazzo fantastico, forse è addirittura il ragazzo più professionale con cui io abbia mai lavorato. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente e alla fine la verità è venuta a galla: non ha avuto colpe o negligenze, e spero che possa superare questa situazione, giocare e migliorare, mettendosi alle spalle questa sfortunata vicenda», parola di ex guida di altri 3 numeri 1, Agassi e Hewitt ed Halep.

 

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