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reti idriche vetuste e con troppe perdite, vanno rinnovate


I fotogrammi di oltre un secolo di crescita di Acea e del suo asse con Roma sono pezzi di storia dell’Italia. Ma rivederli scorrere ieri a 115 anni dalla sua nascita, hanno dato bene il senso dei traguardi raggiunti da un pezzo di industria che gestisce 10 milioni di abitanti e altrettanti in America Latina, e che si candida a fare da polo dello sviluppo futuro del nostro Paese. A partire dal business dell’acqua e spingendo sulla leva tecnologica. Perché l’avanzata dell’intelligenza artificiale e le emergenze climatiche raccontano «il mondo che cambia» come nel 1909. «Ia e robotica influenzeranno sempre di più la gestione dei servizi e delle infrastrutture. E Acea è pronta «a svolgere un ruolo da protagonista nella transizione idrica, e non solo, facendo leva sui 9.300 dipendenti del gruppo», ha detto ieri l’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo nel corso della celebrazione dei 115 anni del gruppo, controllato al 51% del Comune che «convive virtuosamente con la presenza di azionisti privati il gruppo Suez e il Gruppo Caltagirone». La storia di Acea è quella di «un’azienda vicina alle comunità, da oggi ripartirà con lo stesso spirito nei confronti dei cittadini», per Barbara Marinali, presidente del gruppo. 

INVESTIMENTI E PIL

Ma serve una riforma del sistema partendo dal valore della risorsa e dalla domanda crescente anche per via dell’Ia. «L’acqua è strategica per lo sviluppo sociale ed economico. La disponibilità impatta sul pil per il 20%. E ogni euro investito nel settore idrico ha un moltiplicatore di tre volte». Ma gli impianti sono vetusti e pieni di detriti. «La rete italiana», ha aggiunto l’ad, «ha perdite del 41% contro il 26% dell’Ue. Servirebbero 250 anni ai ritmi attuali per sostituirla», ha continuato Palermo. Non solo. Dighe e invasi sono vetusti e poco utilizzati. E poi c’è il nodo tariffe. E ancora «serve una regia centralizzata, con una visione d’insieme, anche a livello Ue». Va anche cambiato il quadro normativo per Palermo. «Il modello pubblico-privato è vincente ma bisogna far nascere gruppi di grandi dimensioni anche con aggregazioni di vari operatori». Vanno creati operatori «quantomeno regionali». E infine, «bisogna valutare il prolungamento delle concessioni». 

Da municipalizzata di Roma a multiutility fino a colosso delle infrastrutture con ambizioni in Europa, ora Acea è il primo operatore idrico in Italia e il secondo in Europa, un colosso delle infrastrutture. È «l’orgoglio di Roma», nelle parole del sindaco Roberto Gualtieri, «da sempre si muove nel segno dello sviluppo e della democratizzazione». E anche dopo oltre 20 anni di quotazione in Borsa, diversificazione e sviluppo anche fuori dall’Italia «resta un legame indissolubile con Roma», per il sindaco, «che va ben oltre la partecipazione azionaria, insieme ad altri importanti investitori privati, con i quali c’è un’intensa collaborazione per far crescere l’azienda». Un asse, «una solida e proficua alleanza anche per il futuro», che sta dando i suoi frutti anche nella gestione rifiuti. «Abbiamo potuto apprezzare il progetto avanzatissimo di Acea presentato per il termovalorizzatore, un’opera fondamentale che consentirà a Roma di chiudere il ciclo dei rifiuti e colmare il suo storico gap impiantistico». La serata-evento dedicata a «Il futuro dell’acqua, garanzia di sviluppo al servizio del Paese», alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata più di una celebrazione. Davanti a un parterre di eccezione, tra le più alte istituzioni dello Stato, imprenditori, tra cui il presidente del Gruppo Caltagirone, Francesco Gaetano Caltagirone, e banchieri riuniti nel Salone delle Fontane dell’Eur. A intervenire anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: «Acea ha una grande responsabilità». A seguire, anche il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, Andrea Rinaldo, vincitore dello «Stockholm Water Prize», padre Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco per l’intelligenza artificiale e l’etica hanno sottolineato la rotta per la crescita.

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