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Regionali Liguria, consensi dimezzati per il M5S. Grillo si vendica (con Morra) senza andare a votare


Bocche cucite dal quartiere generale di Campo marzio: il voto in Liguria non ha certo sorriso a M5S che si ritrova con percentuali quasi irrisorie. È vero che le amministrative sono da sempre considerate un tallone d’Achille, che alle Regionali il Movimento paga pegno, ma una caduta simile provocherà non poche fibrillazioni interne. Ora Giuseppe Conte dovrà pararsi dalle accuse di aver “eliminato” Matteo Renzi dal campo largo, lasciando – è l’accusa che rilanciano molti dem sotto traccia – il terreno alla vittoria di Marco Bucci. Ma l’analisi dovrà essere profonda perché la contesa tra l’ex presidente del Consiglio e l’ex comico ha di fatto allontanato gli elettori. «Grillo ha voluto farci perdere, starà festeggiando», il “mood” che si respira nel mondo pentastellato. Tra l’altro, è stato certificato che il fondatore M5S non è andato neanche a votare. La vendetta del garante, dunque che, senza recarsi alle urne, ha spinto per Nicola Morra che comunque ha rosicchiato consensi a M5s. La linea per ora è quella di mantenere il massimo riserbo, ma c’è forte delusione. Conte non ha alcuna intenzione di fermarsi, anzi rilancerà fortemente il processo rinnovatore del Movimento 5 stelle, se gli iscritti si metteranno di traverso è pronto a trarne le conseguenze, come ha sostenuto in più occasioni. Ma il risultato delle elezioni apre diversi interrogativi nel fronte di coloro che finora non si sono pronunciati. C’è una parte dei gruppi che è rimasta silente in queste settimane, che non nasconde affatto la preoccupazione per la situazione. «La leadership di Conte non si tocca ma rischiamo – il timore paventato anche nei giorni scorsi – di trasformarci in una costola del Pd, dobbiamo ritrovare la nostra anima battagliera, tornare sul campo, rilanciare vecchi e nuovi temi». Ma la paura è legata proprio a quello che diceva Grillo, quel rischio legato all’eutanasia del Movimento, con il fondatore M5S che si è arrogato il diritto di far scomparire la creatura che ha creato. E che, invece, Conte vuole rilanciare. Ma nei gruppi in diversi ritengono che il duello tra Grillo e Conte abbia nuociuto, e non poco, in questa tornata elettorale.

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LA FAIDA INTERNA

Le responsabilità vengono addebitate soprattutto al primo, ma c’è anche chi sottolinea la mancanza di prospettiva, il fatto che il processo costituente rischia di essere solo un braccio di ferro tra i due. «I nostri elettori sono disorientati. È evidente che abbiamo pagato lo scotto di chi ha deciso di ucciderci dopo averci fatto nascere», osserva un deputato. Il fatto è che nella guerra tra Conte e Grillo non ci sono spiragli di pace, perché il primo non ha alcuna intenzione di piegarsi ai diktat dell’ex comico. «Ma cosa ci rimettiamo tutti», taglia corto anche un senatore. C’è quella profezia di Casaleggio, «rimarrà un solo elettore», che è diventata un vero e proprio spauracchio. Dati alla mano, l’emorragia è evidente. Parlando di Liguria, M5S passa dal 10 e passa per cento delle Europee di giugno, quattro mesi fa, a meno del 5%, al di sotto anche delle Regionali 2020 (quando prese sopra al 7%). Nei prossimi giorni si valuterà il da farsi. Per ora nessun cambiamento di rotta. Il cronoprogramma del nuovo corso prevede la discussione sulle proposte esaminate dai trecento che sono stati sorteggiati e poi il voto. Con Grillo che secondo quanto trapela non dovrebbe partecipare ai lavori dell’assemblea convocata per il 23 e il 24 novembre. Ma che è pronto a rilanciare le proprie ragioni e a lanciare nuovi affondi contro “il mago di Oz”, come ha apostrofato il giurista pugliese. Tra l’altro una settimana prima dell’assise si terranno le elezioni in Emilia Romagna e in Umbria. Un possibile altro bagno di sangue.

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