È arrivato lo stop definitivo della Consulta al terzo mandato. Una sentenza che interviene su una questione da tempo al centro del dibattito politico che ha generato diverse tensioni all’interno del centrodestra. I giudici della Corte Costituzionale hanno stabilito che il divieto di un terzo mandato consecutivo non riguarda solo i governatori delle Regioni a statuto ordinario, ma si estende anche ai presidenti delle Regioni autonome. La decisione dei giudici blocca di fatto la legge della provincia autonoma di Trento, che aveva innalzato a tre il numero massimo dei mandati consecutivi per il presidente, e lega così il destino di Maurizio Fugatti, governatore trentino, a quello di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli. Secondo alcuni, proprio quest’ultimo avrebbe avuto la possibilità di “aggirare” la norma dimettendosi prima della scadenza naturale del mandato, prevista per il 2027.
Tuttavia, il termine ultimo per farlo è scaduto lo scorso ottobre, rendendo impossibile anche per lui la corsa a un terzo mandato. Lo stesso governatore friulano ha chiesto all’esecutivo un intervento legislativo nazionale: “Serve un accordo politico per far scegliere i cittadini”. Fedriga ha poi aggiunto che “i margini per un accordo politico ci sono, sono positivo e credo che dopo le tornate elettorali in Campania e Veneto si possa fare un ragionamento scevro da opportunismo partitico”. La sentenza della Consulta, quindi, apre a diversi scenari, c’è chi crede che i due governatori in assenza di un cambiamento delle leggi possano decidere di andare a Roma e correre alle prossime politiche previste per il 2027. Si parla di un posto al ministero della Sanità per Fugatti, vista la sua esperienza passata nell’ambito sanitario, rischiando però di chiamare i trentini al voto prima della sua scadenza ovvero nel 2028, un consiglio regionale che resterebbe in carica un solo anno. Una situazione simile si potrebbe delineare anche in Alto Adige. Il governatore Kompatscher è al suo terzo mandato ed è destinato ad uscire di scena. Anche per lui, alcuni credono che ci siano i margini per una corsa a Roma. Proprio in Parlamento il presidente sudtirolese avrebbe solidi contatti che accederebbero la transizione, ma anche all’interno del partito di Volkspartei sono favorevoli a terminare in anticipo la legislatura. Per Fedriga invece c’è chi pensa a una sua futura ricollocazione in Parlamento e altri parlano di una candidatura del friulano al dicastero del Lavoro. Ipotesi che circolano, senza però conferme.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti e retroscena del panorama politico
Iscriviti e ricevi le notizie via email
