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Lazio, rabbia per il gol di Davis non annullato: «Errori arbitrali difficili da comprendere, chiediamo rispetto». Romagnoli: «Sempre a noi»


Una tremenda doccia fredda al Bluenergy Stadium di Udine. La Lazio di Sarri, che conduceva il match per 0-1 al 94’ 54” ha incassato a cinque secondi dal triplice fischio il pareggio del centravanti bianconero Davis, reo di aver controllato la sfera col braccio. Il Var non ha controllato lo stop con l’avambraccio destro del classe ’98, convalidando la rete e scatenando le vibranti proteste degli ospiti. Dalla sala di Lissone il signor Gariglio ha valutato non punibile il primo tocco di braccio – attaccato al corpo – del 17enne Palma, da cui scaturisce l’azione del pari, senza proporre al direttore di gara Colombo di recarsi al monitor per il successivo tocco di mano del marcatore. Il club biancoceleste, già reduce dalla pessima direzione arbitrale del signor Pairetto sabato scorso contro la Cremonese, ha rilasciato alle 20.40 un comunicato che non abbisogna di spiegazioni. «Nel rispetto del lavoro e dell’impegno della classe arbitrale, continuiamo a registrare con crescente amarezza una serie di errori sempre a nostro sfavore, ripetuti e difficili da comprendere», è l’inizio della nota della società, che prosegue reclamando maggior riguardo.

Il comunicato

«La S.S. Lazio chiede rispetto, uniformità di giudizio e maggiore attenzione: episodi che stanno incidendo in modo evidente sul lavoro della squadra e sull’equità della competizione, generando rilevanti danni economici al Club e ledendo profondamente la passione, l’impegno e i sacrifici di una tifoseria che sostiene questi colori in ogni stadio e in ogni contesto». Il comunicato fa seguito all’ultima esposizione pubblica del club, risalente al tocco di gomito di Pavlovic nel finale di Milan-Lazio del 29 novembre, quando sui social network la Lazio annunciò il silenzio stampa con il post «Le immagini parlano per noi». Un silenzio stampa reiterato anche per l’ultima dell’anno: né Sarri né i tesserati parleranno prima di tornare a Roma. Dal rettangolo verde il più furioso dei calciatori al triplice fischio è Alessio Romagnoli, che ha incalzato il quarto uomo Ayroldi: «Sempre a noi, chissà perché sempre a noi!». In casa biancoceleste il clima è rovente.


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