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«Perfetto per il nostro nuovo ciclo»


Come da programma, alle 14 a Formello si è presentato Tijjani Noslin. Il nuovo attaccante della Lazio, dopo una breve intervista pubblicata ieri sui canali ufficiali biancocelesti, oggi ha rilasciato le prime dichiarazioni in conferenza stampa ed è stato introdotto dal direttore sportivo Angelo Fabiani. Slitta invece la presentazione di Loum Tchaouna per dei sintomi influenzali.

Parola al ds Fabiani: «Noslin lo conoscete, è un elemento che io conoscevo ancor prima che approdasse al Verona. Lì è stato scaltro il mio collega Sean (Sogliano, ndr) e da gennaio in poi ha fatto cose importanti. È un profilo giovane che servirà per proseguire col concetto del ringiovanimento della rosa tenendo conto che questa rosa era l’ottava in Europa per anzianità. C’è un cambio di tendenza anche nella filosofia di gioco e Noslin corrisponde alla perfezione alle caratteristiche richieste per il nuovo ciclo».

Poi tocca al giocatore: «Mi chiamo Tijjani Noslin, ho 25 anni e sono molto felice di essere qui. Questo è il mio primo passo in un grande club e farò il massimo per questa società. Spero che raggiungeremo grandi traguardi e premi insieme».

Nell’ultimo anno ti è cambiata la vita…

«Certo, molte persone mi conoscevano poco dai tempi del Fortuna Sittard. Ho fatto diversi passi nella mia vita da calciatore, molte persone mi hanno aiutato a crescere. Dopo il Fortuna, il Verona mi ha dato la chance di migliorare ancora e ora sono qui alla Lazio».

Su Baroni e sul prezzo del cartellino…

«Sono molto felice che Baroni ha chiesto di acquistarmi dopo avermi visto per soli pochi mesi. Mi ha insegnato di guardare sempre avanti e sono sicuro che la qualità che c’è nella rosa mi aiuterà a migliorare. La pressione? Non la sento, semplicemente giocherà il mio calcio e vedremo cosa succederà. Capisco le aspettative per il prezzo, ma farò il massimo per questo club».

Quale ruolo ritieni più adatto alle tue caratteristiche?

«La cosa più importante per me è giocare, non importa dove in attacco. Io farò il massimo per segnare e fare assist ai compagni. L’obiettivo è qualificarsi per la Champions League».

Che insegnamento ti ha dato Baroni? E sulla responsabilità per prendere il posto di Immobile…

«Come ho detto prima è un allenatore che ti fa sentire così apprezzato. Non so se Immobile resterà o andrà via, ma farò il massimo per guadagnarmi il posto e aiutare la squadra».

Hai segnato già a tutte le big: hai un obiettivo per i gol?

«Ho segnato 5 gol e fornito 4 assist e sono contento di aver aiutato il Verona a restare in Serie A. Qui però c’è un altro livello. Penso che ogni partita sarà difficile e la cosa più importante sarà aiutare la squadra».

Cosa ti ha portato a esplodere in Serie A? E su Felipe Anderson…

«Penso che alla Lazio ci sono grandi calciatori, come Immobile o lo stesso Felipe Anderson che è andato via. Delle vere leggende e spero di fare bene come loro. Io ho fatto bene negli ultimi sei mesi e spero di continuare alzando il livello e segnando più gol. Mi auguro anche di arrivare in doppia cifra, perché no».

Quale è il tuo punto di forza? E in cosa puoi migliorare?

«Penso che posso crescere in ogni aspetto e non si smette mai di imparare nella velocità, nella forza o nel segnare. Io spero che i calciatori che sono già a questo livello possano aiutarmi ad alzare il mio».

Sulla trattativa che lo ha portato alla Lazio e sul derby…

«Grazie al direttore intanto per avermi dato questa chance e per avermi visionato.

La prima volta che ho sentito la Lazio è stata a fine stagione perché mia sorella, che è molto attiva sui social media, aveva letto del Torino e della Lazio. Poi sono andato in vacanza e lì il mio agente mi ha avvertito che i biancocelesti stavano per comprarmi. Del derby in questa città e in questo Paese ne parlano sempre e non vedo l’ora di giocarlo, sperando ovviamente di vincerlo».

Ti aveva colpito già qualcosa della Lazio qualche mese fa?

«La prima volta che sono stato qui all’Olimpico, la Lazio era in difficoltà e lo stadio era comunque meraviglioso, quindi figuriamoci con un altro ambiente e uno stadio pieno».

Dal ruolo da rider alla Lazio: ora sogni anche la Nazionale?

«Sono stato anche criticato per la storia del rider, ma io mi concentro sul mio sviluppo dando il massimo e la Nazionale ovviamente è un sogno che piano piano si sta avvicinando quindi spero che un giorno il ct possa chiamarmi».

Chi ricordi come calciatore? E sull’Olanda all’Europeo…

«Sto tifando Olanda dall’inizio guardando ogni partita. Non hanno ancora espresso tutto il potenziale finora e ora spero che possa battere l’Inghilterra e arrivare in finale contro la Spagna per la rivincita del 2010. Io sono un giocatore che prova a sentire la partita e a trovare la connessione con i miei compagni. Sono bravo in velocità e sulle azioni individuali e sul gol. Ci sono molti giocatori che seguo, però se proprio devo dirne qualcuno allora dico Mbappé, Leao, Vinicius Jr, Yamal. Ma si può apprendere qualcosa da tutti, anche dai miei compagni di squadra».

Su Sneijder…

«Lui mi ha aiutato a scegliere la Lazio dopo che si era parlato anche del Manchester United. Mi ha consigliato di venire qui perché diventare un giocatore biancoceleste mi avrebbe aiutato molto a crescere».

Pensi che alla Lazio troverai un ruolo più definito? E come ti trovi con i rigori?

«La posizione non mi importerà, posso giocare ovunque davanti. Io proverò a fare il massimo per segnare. Cerco di tenere sempre la pressione fuori dal campo e poi faccio un sport che amo. Il calcio è un gioco di squadra, perciò dovremo aiutarci a fare il massimo con i compagni. Rigori? Spero di avere l’occasione di poterne tirare qualcuno».

Hai seguito qualche calciatore della Lazio in particolare?

«Molti giocatori hanno avuto un’ottima carriera qui alla Lazio. Io ho visto in particolare Stefan de Vrij che è passato qui e ha fatto finora una grande carriera. Io penso che tutti lo conoscono e spero di raggiungere le stesse cose che ha ottenuto lui. Solo Dio comunque sa dovrò potrò arrivare».

Ti ha accolto qualche compagno in particolare qui?

«Questo è il mio terzo giorno qui, tutti mi hanno dato un gran benvenuto. Non ho ancora avuto grandi conversazioni, ma tutti mi stanno già aiutando così come lo staff di Baroni. Io adesso non vedo l’ora di andare in campo per prepararci alle varie competizioni, in primis all’Europa League».

Che allenatore è Marco Baroni?

«Penso che Baroni è una parte importante della mia vita perché un allenatore non deve per forza portarsi con sé dove va. Abbiamo un ottimo rapporto fin dal primo giorno a Verona. Sono sempre stato colpito dalla sua voglia di vincere contro tutti, come ad esempio con l’Inter, crede in quello che fa e vuole che la squadra lo segua in questo».

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