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L’Eurogruppo ora punta sugli investimenti privati


Con la spada di Damocle delle presidenziali americane sulla testa, per l’impatto dirompente che l’esito del voto avrebbe sulle relazioni commerciali e la crescita dell’Ue, l’Europa divisa su nuovo debito comune scommette sulle risorse private.

IL CONSOLIDAMENTO

«In un momento in cui le finanze pubbliche sono state colpite da molteplici crisi ed è necessario un graduale e sostenuto consolidamento di bilancio, gli investimenti necessari dovrebbero provenire principalmente da fonti private», si legge nella dichiarazione sulla competitività europea adottata ieri dai ministri dell’Economia della zona euro riuniti a Bruxelles per l’Eurogruppo. Un appuntamento che precede di appena una manciata di giorni il summit informale che i leader dei 27 avranno a Budapest, venerdì, con la partecipazione dell’ex premier ed ex governatore della Bce Mario Draghi, autore proprio del report sul rilancio dell’industria europea.

In concreto, «facilitare la mobilitazione di fondi privati in tutta l’Ue» rende «urgente ed essenziale completare l’unione del mercato dei capitali», prosegue la dichiarazione. A Bruxelles per l’Eurogruppo (e l’Ecofin di oggi), Giorgetti ha riferito che i «colleghi ministri hanno rinnovato all’Italia l’apprezzamento per l’impegno portato avanti» al G7 con il prestito di 35 miliardi di dollari all’Ucraina. Tempo di saluti, invece, per Paolo Gentiloni, nel suo ultimo mese di commissario all’Economia: «Se guardo a tutto ciò che abbiamo superato negli ultimi anni, gran parte di come lo abbiamo fatto è stato grazie alla sua leadership politica e abilità», ha detto accanto all’italiano il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.

IL CONFRONTO

I fari dell’esecutivo Ue, intanto, rimangono puntati su Roma per seguire il confronto parlamentare sulla manovra: secondo quanto viene fatto filtrare a Bruxelles, uno stravolgimento in Aula di quanto indicato nel Documento programmatico di bilancio sia improbabile. Nell’Eurozona, intanto, migliora l’indice Pmi dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero redatto da S&P Global: a ottobre, in seconda lettura, ha registrato un aumento a 46 punti dai 45 di settembre, lievemente in rialzo rispetto alle attese degli economisti che si aspettavano 45,9 punti. Benché il valore si trovi ancora al di sotto della soglia neutrale di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione, l’incremento nel mese appena trascorso mostra segni di allentamento della pressione sul settore manifatturiero della zona euro.

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