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Cresce l’interesse per i Btp. Il 33% agli investitori esteri


Non si ferma l’interesse degli investitori stranieri per il Btp. La quota di debito pubblico in mano a investitori esteri è cresciuta, arrivando al 33%. Un terzo dei 3.070,7 miliardi di euro in titoli italiani è quindi in mano a fondi e istituzioni fuori dai confini nazionali. Il dato fornito dalla Banca d’Italia è stato confermato dalle ultime aste di Btp prima della pausa agostana. La stabilità politica, unita agli sforzi per tenere i conti pubblici in ordine e contenere l’indebitamento, sta dando i suoi frutti. La percezione del Paese è data dallo spread, il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi. Ieri, come sottolineato dall’Ansa, è sceso in giornata sotto i 77 punti base a 76,4, toccando i livelli più bassi da marzo 2010, per poi chiudere vicino a 78.

I RENDIMENTI

Ormai da mesi il termometro della solidità del debito pubblico viaggia stabile a cavallo degli 80 punti base, soglia sotto la quale scende con sempre maggiore frequenza.

Nelle ultime settimane i Btp hanno inoltre registrato un continuo avvicinamento ai rendimenti dei titoli di Stato francesi. Prima sulle scadenze a breve, sulle quali nei mesi scorsi i Btp sono andati meglio degli Oat, ora anche sul medio e lungo termine. A segnalarlo è il Financial Times evidenziando come i «rendimenti dei titoli di Stato francesi a 10 anni sono balzati oltre il 3% nell’ultimo anno, a causa dei mesi di instabilità politica e delle preoccupazioni per le finanze pubbliche».

Di contro il governo presieduto da Giorgia Meloni, in sella da oltre mille giorni, è diventato il quarto più longevo della storia repubblicana, preceduto soltanto dal governo di Bettino Craxi e dal secondo e quarto governo di Silvio Berlusconi.

Le difficoltà della politica francese, con il primo ministro François Bayrou passato indenne a giugno da una possibile sfiducia dopo il fallimento dei negoziati sulla riforma delle pensioni, hanno quindi portato i costi di indebitamento francesi a soli 0,14 punti percentuali da quelli italiani: 3,33% i primi contro 3,47%.

I titoli italiani continuano quindi a beneficiare sia dei giudizi positivi rispetto alla solidità del Paese, merito della «disciplina di bilancio tenuta dal governo e lodata dal quotidiano della City, sia della possibilità di garantire a chi investe rendimenti più allettanti rispetto ai titoli di altri Paesi che magari, a parità di sicurezza o quasi, hanno tassi più bassi.

IL PORTAFOGLIO

Guardando alla fotografia del debito pubblico scattata dai numeri pubblicati dalla Banca d’Italia, la vita media è stabile al 7,9 anni.

Gli investitori esteri hanno in portafoglio circa un terzo del totale. In diminuzione è invece la quota detenuta da Bankitalia stessa, passata dal 20% di maggio al 19,6%. Sempre per maggio Via Nazionale registrava un leggero calo della percentuale che fa capo alle famiglie e ai piccoli risparmiatori, la cui quota si è limata di tre decimali arrivando al 14 per cento.

Dopo la pausa ferragostana, a fine mese, il Tesoro tornerà sul mercato. Il 27 agosto prossimo ci sarà una nuova asta Bot dopo quella di lunedì scorso nella quale sono stati messi in offerta titoli per 8 miliardi. Il 28 sarà invece la volta di Btp agganciati all’inflazione europea e di titoli a breve termine.


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