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Leonardo cade in Borsa: pesa l’incertezza tedesca


Il sisma che ha investito le elezioni regionali in Germania può avere un peso nella rotta della coalizione di Olaf Scholz. Con conseguenze sul fronte della politica estera ma anche degli accordi industriali connessi. Almeno a caldo, è questa la sentenza delle Borse che ha segnato ieri il crollo dei titoli della difesa Ue. A partire dai titolo Leonardo che ha pagato il conto più salato con un calo di oltre il 7% a Piazza Affari. E questo dopo che già ad agosto il titolo del gruppo guidato da Roberto Cingolani era stato trascinato al ribasso dalle indiscrezioni di un congelamento nel bilancio tedesco di nuovi aiuti all’Ucraina.

LE SPECULAZIONI

L’avanzata dell’ultradestra in Germania fa infatti ipotizzare un ripensamento dell’impegno in Ucraina, proprio mentre le forti proteste di piazza in Israele segnalano la voglia della tregua sperata nella striscia di Gaza. Quanto basta per dare una spinta ieri alle prese di beneficio a prima mattina su tutto il settore. A Milano il calo, passato anche da una sospensione per eccessiva volatilità, è stato del 7,2% a 21,3 euro. Ma fuori dal listino principale, anche Fincantieri ha risentito dell’effetto contagio (-5,9%). Mentre a Francoforte Hensoldt lasciava sul terreno il 6,3% a fronte della perdita del 2,7% di Rheinmetall.

Si tratta di aziende tedesche con un asse certificato con il gruppo italiano, che affianca il governo nel capitale della prima e ha creato una joint venture con la seconda. E la speculazione ha avuto gioco facile. Non è andata molto meglio però al produttore svedese Saab che ha perso il 5,47 per cento.

GLI SCENARI

In realtà è tutto da vedere se l’ascesa di partiti sovranisti, agli estremi dello spettro politico daranno un colpo secco al già impopolare governo di coalizione del cancelliere Scholz al punto da cambiare strategia nella difesa. Ma il rischio c’è. La Germania potrebbe cambiare indirizzo e decidere per un taglio a nuovi aiuti militari all’Ucraina. E in ogni caso la Germania, accanto alla Francia, è considerato un Paese cruciale per mettere le basi, insieme all’Italia, della costituzione di un grande colosso europeo della difesa. E come ricorda una fonte che conosce bene il dossier, «la sostenibilità di queste iniziative dipende per metà dalla sostenibilità delle sinergie tecnologiche e per metà dalla sostenibilità politico-istituzionale».

Va ricordato poi che proprio a luglio Leonardo aveva annunciato con Rheinmetall una joint venture paritetica da costituire a settembre con tanto di «accordo strategico per lo sviluppo della nuova generazione di sistemi di difesa terrestre», una mossa che si inquadrava nel contesto delle opportunità per i grandi programmi della Difesa europea come il progetto Main Ground Combat System Europeo, che potrebbe non essere più una priorità per la Germania, secondo alcuni osservatori. Gli analisti di Equita e di Mediobanca ricordano invece che Leonardo resta al momento l’unica in gara per la commessa da 1 miliardo di sterline per gli elicotteri della Royal Air Force ma. In particolare, gli esperti di Equita, citando il Financial Times, precisa che «resta comunque da verificare se il nuovo governo di Londra, alle prese con una revisione delle spese, assegnerà la commessa a Leonardo o se cancellerà il programma». Nonostante lo scossone di ieri il titolo Leonardo mantiene comunque un rialzo di oltre il 70% nell’ultimo anno.

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