Sarà anche un fuori-programma, come ha fatto intendere la premier Giorgia Meloni, ma intanto si è preso i riflettori del dibattito politico di questa ripresa post-agostana. Parliamo dello Ius Scholae, la legge sulla cittadinanza che ora divide la maggioranza e fa sguainare le spade a Lega e Forza Italia.
Tajani: «Tasse giù al ceto medio, portiamo l’Irpef al 33% per i redditi sotto i 60mila euro. Pensioni minime sopra i 600 euro»
Antonio Tajani, vicepremier e leader azzurro, non ha intenzione di fare passi indietro. Al contrario: come ha spiegato a questo giornale, ha dato mandato ai suoi capigruppo alla Camera e al Senato Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, in un pre-vertice a cui è seguito venerdì il faccia a faccia con la premier e gli alleati, di «studiare» una proposta di legge sulla cittadinanza agli stranieri che studiano nel nostro Paese. Fumo negli occhi del Carroccio.
Dopo i ripetuti no di Matteo Salvini, «non è nel programma», torna all’attacco Andrea Crippa, vicesegretario e braccio destro del “Capitano”. Ius Scholae? «Non è certo una priorità», l’affondo dell’hardliner di via Bellerio. Segue la messa in mora degli alleati: «La Lega, sia chiaro, non sarà mai d’accordo a votare lo Ius Scholae o qualsiasi altra proposta che accorci i tempi per concedere la cittadinanza italiana», rincara parlando con Affariitaliani.it. Si preannuncia un match agguerrito. Per Salvini il dossier Ius Scholae non è neanche da prendere in considerazione. A scanso di equivoci, il segretario ha dato mandato ai suoi di rilanciare con una stretta sui permessi.
IL RILANCIO
Porta la firma di Laura Cavandoli, deputata leghista, un ordine del giorno che sarà presentato in occasione della discussione del Ddl sicurezza a Montecitorio martedì prossimo. Prevede la preclusione della cittadinanza in caso di condanna per «reati gravi» e la sospensione della procedura per acquisire il permesso durante il processo penale per chi è accusato di reati gravi contro lo Stato o la persona, spiega Cavandoli all’Ansa anticipando che l’Odg potrebbe trasformarsi in un emendamento al decreto.
Insomma la Lega dà battaglia e rema in senso opposto. Anche Tajani e gli azzurri però non mollano la presa. È convinto, il segretario forzista, che una legge sulla cittadinanza per chi studia con profitto per dieci anni consecutivi sia «una legge giusta», di «un centrodestra moderno, che guarda al futuro». Niente blitz o campagne per terremotare la maggioranza, ha chiarito il vicepremier alla stessa Meloni nel vertice di maggioranza venerdì spiegando la ratio politica della nuova battaglia sui diritti: «Devo occupare il centro».
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