«Stiamo lavorando per nuove destinazioni» e «nelle prossime settimane arriveranno novità sulle offerte per i biglietti aerei». József Váradi, ceo di Wizz Air, intervistato da Il Messaggero a margine della presentazione di un nuovo training center per piloti a Fiumicino, assicura che i prezzi della compagnia «low cost» rimarranno sostanzialmente più bassi dei competitor nei prossimi mesi. Per il centro di addestramento sono stati investiti 38 milioni, con la collaborazione di Aereoporti di Roma, per la formazione di oltre 4.800 piloti ogni anno.
Nessun «effetto Green Deal» sui prezzi, quindi, nel 2025. A differenza dei grandi vettori come Lufthansa, che hanno annunciato aumenti fino a 70 euro a biglietto per sostenere le tasse previste dalle leggi climatiche europee, la compagnia ungherese non dovrebbe «scaricare» i costi sui clienti.
La low cost punterà su «nuove tecnologie per rendere più efficienti e meno costosi gli aerei», così da sostenere i costi ambientali che probabilmente dovrà pagare in modo salato. Almeno così sembra di capire leggendo gli ultimi rapporti sulle emissioni inquinanti delle compagnie aeree. Secondo un dossier di Transport & Environment dello scorso anno, Ryanair e Wizz Air sono già tornate ai livelli di emissioni pre-Covid, e non pare esserci l’intenzione di invertire fortemente la rotta. La low cost ungherese, poi, non è più interessata agli slot che si libereranno a Linate dopo l’attesa fusione tra Ita Airways e Lufthansa, in quanto «destinati ad altri» . Per Varadi la compagnia «si sta concentrando su Malpensa». Linea dura, invece, con i sindacati. Dopo il primo sciopero dei piloti e del personale di Wizz Air in Italia, Váradi parla di «critiche da parte di frustrati» e spiega che il contratto di lavoro è «regolare e non cambierà».
Un nuovo training center per piloti a Roma da 38 milioni di euro. Quali saranno i prossimi investimenti nella Capitale?
«Abbiamo fatto un investimento veramente significativo nel mercato italiano, in scia con quanto fatto negli ultimi anni. Siamo attorno al 10% del mercato e siamo molto attivi nel vostro Paese, continuando a investire molto dopo il Covid. In questo contesto Roma è la nostra attività e base operativa più grande, con metà della flotta complessiva in Italia situata qui. Questo training center sottolinea la prospettiva che vediamo per Roma, con gli effetti dei nostri rilevanti investimenti infrastrutturali che si vedranno nei prossimi mesi. Abbiamo intenzione di rafforzare la nostra presenza a Roma, in particolare in vista di importanti eventi turistici (come il Giubileo n.d.r.), con centri di formazione anche per hostess e steward e altri hangar. Continueremo a portare nuove opportunità e destinazioni ai nostri clienti, con più aerei e posti di lavoro».
Possiamo attenderci più rotte da e per l’Italia già da questo autunno/inverno?
«Stiamo lavorando per nuove destinazioni e nuove basi».
La fusione tra Ita e Lufthansa procede, anche se a rilento. Quando sarà completa chiederete ancora slot aggiuntivi negli aeroporti di Milano?
«Sembra che gli slot che si libereranno a Linate siano stati destinati ad altri. Quindi non siamo più interessati. Siamo più concentrati su Malpensa».
Di recente avete lanciato l’offerta «All you can fly», criticata dalle associazioni dei consumatori perché con voli prenotabili solo nelle ultime 72 ore, ma molto scelta dai clienti. Ci saranno nuove offerte tra autunno e inverno?
«»All you can fly» è stata un grande successo tra i nostri clienti: stiamo rivedendo il programma di sconti e nelle prossime settimane arriveranno delle novità con nuove offerte».
Il prossimo anno, però, grandi compagnie come Lufthansa e Air France hanno annunciato aumenti sui biglietti fino a 70 euro per effetto dei nuovi costi delle leggi climatiche europee. È un percorso inevitabile per tutti?
«Non crediamo in aspri rincari per sostenere spese di altro tipo. Cerchiamo sempre di mitigare effetti negativi con metodi alternativi per evitare di aumentare il prezzo dei biglietti. Stiamo investendo in nuove tecnologie per rendere più efficienti e meno costosi i nostri aerei. Rispetto al resto dell’industria del settore stiamo riuscendo ad abbassare il costo per ogni unità, riducendo anche l’inquinamento. Vogliamo ridurre sempre di più i costi delle operazioni affinché ne possano beneficiare i nostri clienti. Non ci saranno effetti sui nostri biglietti per effetto delle leggi europee sul clima».
Quindi il Green Deal, il piano Ue per la tutela del pianeta dai cambiamenti climatici, non sarà un problema per voi, non va cambiato?
«Vedremo. Ovviamente non ci piacciono imposizioni troppo forti da parte delle istituzioni e della burocrazia, ma stiamo ottenendo risultati sulla riduzione dei costi e sull’efficienza».
L’Antitrust concluderà a dicembre la sua indagine sugli algoritmi illegali per la definizione dei prezzi. Se arrivassero sanzioni a voi o altre low cost, vi sorprenderebbe?
«C’è un trend di indagini e avvio di provvedimenti in tutta Europa. Spesso noi siamo colpiti da indagini che sono infondate e ingiuste. Alcune si basano proprio su fraintendimenti. Molte volte c’è bisogno di una maggiore cooperazione con chi indaga per fargli capire che non ci sono meccanismi illegali, anche sulla definizione dei prezzi. E noi ci sforziamo in tal senso. Siamo pienamente allineati con le leggi italiane ed europee».
Recentemente c’è stato il primo sciopero dei piloti e del personale di Wizz Air in Italia. I sindacati denunciano: turni massacranti da 12 ore, violazioni della normativa su salute e sicurezza, ma anche variazioni peggiorative in termini di reddito dei lavoratori (che non hanno un contratto, ma un regolamento). Ora si è aperto un tavolo. Cosa proporrete alle sigle per evitare nuovi scioperi?
«Nessuna di queste accuse è corretta. Se trattassimo male i nostri dipendenti non ci cercherebbero: noi li trattiamo molto bene, molto meglio di altre compagnie europee. In altre aziende la gestione appartiene al sindacato, da noi appartiene alla gente. Ci sono rappresentanze dei lavoratori con cui dialoghiamo sempre e investiamo sul personale. Siamo una compagnia in crescita: puntiamo tutto sullo sviluppo delle carriere dei nostri lavoratori. Forse in altre compagnie che non crescono il personale viene licenziato e deve essere protetto, ma non è il nostro caso. Anche i nostri stipendi sono a norma di legge».
Quindi il contratto non cambierà?
«Forse chi ci critica è frustrato perché sappiamo invogliare e coinvolgere i nostri dipendenti. Il nostro contratto è appropriato e legale: rimarrà tale. Sono tutti dipendenti, non lavoratori in subappalto».
Quest’estate il caso Madeira, con diversi italiani fermi sulle isole portoghesi per tre giorni, ha fatto discutere. Molti si sono lamentati per i rimborsi a rilento. Come eviterete che succeda di nuovo? Ci saranno rimborsi automatici la prossima volta?
«Ci siamo impegnati per evitare il più possibile nuovi disagi. Non c’è però un problema con i rimborsi: chi chiede i soldi li riceve immediatamente. Il problema si presenta quando si riprenota un volo tramite un’altra agenzia o una piattaforma di prenotazione, perché non abbiamo un contratto diretto con loro. Incoraggio tutte le persone coinvolte dal caso e che vogliono prenotare altri voli a farlo direttamente sul sito di Wizzair, perché se succede qualcosa verranno trattati in modo adeguato immediatamente».
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