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Il Giappone si prepara a riavviare la più grande centrale nucleare al mondo. Cosa è cambiato dal disastro di Fukushima


Il Giappone si prepara ad approvare il riavvio della centrale nucleare Kashiwazaki-Kariwa, la più grande al mondo. Il governatore della prefettura di Niigata, Hideyo Hanazumi, dovrebbe annunciare la decisione definitiva durante una conferenza stampa prevista per venerdì. La notizia è stata anticipata dai media locali, tra cui Kyodo News e il quotidiano economico Nikkei, che citano fonti anonime. Secondo le informazioni circolate, solo uno dei sette reattori dell’impianto tornerà operativo. Se il via libera a Kashiwazaki-Kariwa sarà confermato, si tratterà del primo riavvio per TEPCO, l’operatore responsabile di Fukushima, dall’incidente del 2011.

La più grande stazione generatrice di energia elettrica da fonte nucleare 

La centrale di Kashiwazaki-Kariwa può generare fino a 8.212 MW, una quantità di energia sufficiente ad alimentare circa 16 milioni di abitazioni. Per comprenderne la potenza, basti pensare che tale quantità di energia potrebbe coprire l’intero fabbisogno degli edifici in Italia. Oltre a essere la centrale nucleare più grande al mondo, è stata anche la prima a dotarsi di un reattore di terza generazione, progettato per offrire standard di sicurezza più elevati rispetto ai precedenti reattori di seconda generazione, insieme a migliori prestazioni economiche.

Gli arresti dopo lo tsunami e al terremoto di Fukushima

Gestita da TEPCO, la centrale ha iniziato a prendere forma nel 1980, con l’entrata in funzione del primo reattore nel 1985. Nel corso degli anni sono stati aggiunti altri sei reattori, l’ultimo dei quali avviato nel 1997. L’impianto ha però dovuto affrontare diversi stop, legati sia a problemi tecnici sia ai numerosi terremoti che caratterizzano la regione. Nel 2004 un sisma di magnitudo 6.9 colpì la prefettura di Niigata: nonostante la violenza dell’evento, tutti i reattori continuarono a funzionare normalmente, tranne uno che fu fermato temporaneamente dopo una scossa di assestamento che attivò i sistemi di emergenza.

Nel 2011, all’indomani del terremoto e dello tsunami che provocarono il disastro di Fukushima, tutte le centrali del Paese vennero sospese in via precauzionale. Una successiva ispezione approfondita dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) rilevò che Kashiwazaki-Kariwa non aveva riportato danni, ma le preoccupazioni sulla sicurezza ne hanno comunque ritardato la riapertura.

Cosa è cambiato oggi

Negli anni successivi TEPCO si è impegnata ad adattare l’impianto ai nuovi e severi standard di sicurezza introdotti dall’Autorità di Regolamentazione Nucleare del Giappone (NRA). Superati tutti i controlli tecnici, la situazione appare oggi molto diversa: nell’aprile di quest’anno la NRA ha autorizzato TEPCO a caricare il combustibile necessario per riavviare il reattore 7, segnando un passo decisivo verso la riattivazione.

Oltre agli aspetti tecnici e al possibile via libera del governatore, un elemento determinante è stato il cambiamento nell’opinione pubblica. Per la prima volta dal marzo 2011, un sondaggio dell’Asahi Shimbun ha rilevato una maggioranza di cittadini favorevole al riavvio dei reattori. Un cambio di prospettiva attribuito soprattutto all’aumento dei costi energetici a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Il sondaggio ha inoltre evidenziato un atteggiamento più positivo verso il nucleare tra i giovani rispetto alle generazioni più anziane, suggerendo l’emergere di un nuovo orientamento generazionale.


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