Tanto, poi, si troveranno tutti e tre insieme, più Maurizio Lupi, venerdì pomeriggio a Genova per la chiusura della campagna elettorale in Liguria. E quella sarà il festeggiamento di gruppo, per Meloni, Tajani e Salvini, dei due anni di governo. Per ora, festeggio io e festeggi tu, ma ognuno festeggia per conto proprio questo traguardo dei 730 giorni dell’esecutivo e celebrarli in ordine sparso forse è una scelta o forse è una necessità o magari è un caso ma fornisce un’immagine tripartita di un evento per ora non corale e il 25 ottobre però il presepe di riunirà nel palco al Porto Antico della capitale ligure in sostegno al candidato governatore Bucci. Tutti contenti e sorridenti, intanto, per il traguardo raggiunto. Il post di Meloni, il post di Tajani, il brindisi del vicepremier Salvini con i quattro ministri del suo partito: Alessandra Locatelli, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara, e il titolone a incorniciare la foto di gruppo: «2 anni di buongoverno con la Lega». E neanche una menzione per Giorgia e per Antonio? No, perché i due a propria volta stanno, separatamente, festeggiando da un’altra parte magari in modalità marciare divisi per colpire uniti e colpire in questo caso significa diffondere il più possibile ognuno presso il proprio elettorato e il proprio mondo di riferimento la forza di quello che è, secondo i tre leader, un governo fattivo e performante.
VERDE SPERANZA
Il festeggiamento in ordine parso avrebbe potuto avere un momento unitario, se si fosse tenuta la conferenza stampa prevista ieri per illustrare la legge di bilancio. Ma, come ha detto Meloni, ufficialmente gli «impegni di Tajani» al G7 degli Esteri a Pescara hanno reso impossibile la performance comune della premier e dei due vicepremier. I quali, comunque, sono ancora alla presa con la finanziaria e con le trattative per trovare una quadra che alla fine si troverà ma c’è ancora qualcosa da limare. Nel frattempo, ci si è attrezzati diversamente per la celebrazione dei due anni. Ecco Giorgia in versione pacatamente soddisfatta e promettente nel videomessaggio per l’anniversario: «Due anni fa abbiamo promesso agli italiani che avremmo costruito un’Italia più coesa, più forte e più giusta, su tutto il territorio nazionale». E l’impegno, mantenuto, prosegue. «Abbiamo avviato — incalza Meloni — riforme attese da decenni, abbiamo protetto il tessuto produttivo e le famiglie, abbiamo messo in sicurezza i conti dello Stato, abbiamo restituito all’Italia una nuova centralità sullo scenario internazionale» e via così.
Nessun auto-compiacimento di troppo, il senso del sacrificio («Io non mi sono mai risparmiata»), qualche «record storico» citato ma senza eccessiva enfasi (sui posti di lavoro, sui contratti a tempo indeterminato, sull’occupazione femminile) e la brevità del messaggio — appena 2 minuti sul social X, con lei in giacca verde speranza e orecchini in tinta — vuole trasmettere l’urgenza di chi non si attarda troppo a straparlare perché ha tanto da lavorare per il Paese. «Siamo consapevoli delle sfide che ci attendono e grazie della vostra fiducia», dice la premier rivolta agli italiani: «Finché ci siete voi, ci siamo anche noi».
SALVINI E TAJANI
Se la premier non insiste sulla bravura del suo partito, Fratelli d’Italia, i due vice danno una connotazione un po’ diversa ai loro messaggi di festeggiamento. Salvini cita il «buongoverno» del Carroccio nella «compattezza dell’esecutivo». E Tajani: «Oggi è il secondo anniversario del governo di cui Forza Italia fa orgogliosamente parte e ne è protagonista con i suoi ministri e sottosegretari. Un governo che i nostri parlamentari sostengono con impegno e determinazione. Il giudizio che più conta è quello che hanno espresso gli elettori alle europee. Continueremo a lavorare per realizzare il programma con il quale i cittadini ci hanno scelto per governare l’Italia». E i risultati raggiunti? «Il bilancio è molto positivo», assicura Tajani: «Va bene la Borsa, va bene lo spread, va bene l’export, va bene il protagonismo dell’Italia nel mondo». E sono ottimi e abbondanti i risultati del governo per tutti e tre i leader. A unire Meloni, Tajani e Salvini, in questa festa in ordine sparso, è proprio l’insistenza sulla concretezza dell’esecutivo. Saranno gli elettori liguri i primi a certificare se, in questi due anni, c’è stata più concretezza o più retorica.
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