C’è un nuovo socio di Londra in Fibercop, la società operativa che ha acquistato ai primi di luglio la rete di Tim; è una sorta di startup con una governance che sta superando lentamente la fase di rodaggio richiedendo anche una messa a punto da parte degli azionisti.
Con un atto esecutivo di cessione di quote, dei giorni scorsi, siglato presso lo studio notarile Marchetti di Milano, Kkr Alternative asset, società basata nel Delaware, Stato Usa famoso per le spiagge lunghe e sabbiose, da pochi mesi depennato dalle Entrate dalla black list dei paradisi fiscali, ha ceduto a K-Infra Limited, una quota dello 0,576% di Optics Holdco, la newco in testa alla piramide societaria che tramite Optics Bidco, controlla Fibercop. Dall’atto di cessione, consultato dal Messaggero, risulta che K-Infra Limited, sede legale a Londra, con un contratto di cessione, denominato transfer agreement, disciplinato dal diritto del Delaware, quindi della sede del cedente, ha acquistato il pacchetto, di valore nominale 576,40 euro, al prezzo di 55 milioni di euro. Il pacchetto è libero da pegni, sequestri, pignoramenti, vincoli, si legge nelle carte. Il documento di cessione è stato firmato da Tommaso Nicola Lacalaprice per il cedente e da Matteo Tulli per il cessionario.
L’assetto azionario della Optics Holdco registra la presenza di Kkr con il 44,538%, Kkr Alternative con il 3,602%, Canada Inc (il fondo canadese CPPIB) con il 17,5%, Azure Vista C (Adia) con il 6,433%, Mef con il 16%, F2i Fibra srl con l’11,204%.
L’arrivo del socio londinese non altera più di tanto la governance di Optics Holdco e a cascata, quella di Fibercop che sta superando con qualche difficoltà la fase di rodaggio, essendo nata ai primi di luglio, con il conferimento a pagamento della rete Tim.
I primi passaggi della nuova compagine hanno dovuto registrare alcune messe a punto all’interno del consiglio di Fibercop presieduto da Massimo Sarmi, indicato dal Mef e munito di alcuni poteri istituzionali.
La farraginosità di rapporti è sorta subito a causa della scarsa dimestichezza di Kkr con il regime giuridico italiano regolato dal codice civile che pone distinzioni nette dei ruoli degli azionisti, consiglio, figure apicali. Questa confusione avrebbe generato una fase di avvio rallentata dove spesso si sarebbero registrate invasioni di campo dei poteri spettanti ai soggetti costituenti la governance.
Per facilitare un contesto di rapporti più fluido che consentisse a Fibercop di operare nel rispetto dei ruoli, sarebbero intervenuti i soci principali della compagine societaria con un confronto diretto che avrebbe contribuito a sbloccare la situazione.
I POTERI DI SARMI E DI FERRARIS
Fonti vicine alla società operativa delle Rete di cui è ad Luigi Ferraris confermano che la fase di rodaggio sarebbe stato alla base di una fase iniziale complessa anche se ci tengono a precisare che le delibere sono state prese all’unanimità. Il confronto fra i soci sarebbe servito anche per consentire a Ferraris di esercitare i poteri gestionali nell’ambito della dialettica interna al consiglio.
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