L’Eni archivia il terzo trimestre dell’anno con profitti in calo ma superiori alle aspettative degli analisti e accelera sul piano di riacquisto di azioni proprie, salito da 1,6 a 2 miliardi. Nei tre mesi da luglio a settembre il gruppo dell’energia ha realizzato un utile netto adjusted (escluse le poste straordinarie) di 1,3 miliardi, oltre gli 1,08 stimati dal mercato, ma in diminuzione del 30% dagli 1,8 dello stesso periodo dell’anno scorso a causa soprattutto dell’indebolimento delle quotazioni del petrolio e dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro. Se si considerano invece i primi nove mesi del 2024, il risultato netto adjusted è di 4,4 miliardi, in flessione del 34%. I ricavi del periodo arretrano del 5% a 65,3 miliardi. I risultati migliori delle attese e l’incremento di 400 milioni dei fondi destinati al riacquisto delle azioni hanno spinto i titoli a Piazza Affari: in chiusura il rialzo è stato dell’1,4% a 14,4 euro.
Eni cede una quota di Enilive: Kkr compra il 25% per 3 miliardi
«Nel terzo trimestre abbiamo ancora una volta dimostrato la solidità del nostro modello di business», ha commentato l’amministratore delegato del gruppo, Claudio Descalzi, «conseguendo risultati migliori delle aspettative».
In crescita la produzione di idrocarburi, che nel terzo trimestre dell’anno è stata in media di 1,66 milioni di barili equivalenti al giorno (+2% rispetto al terzo trimestre 2023) e 1,7 milioni nei nove mesi (+4%). Eni ha poi tagliato a 83 dollari al barile (da 86) le previsioni sul prezzo del petrolio per quest’anno e ridotto le previsioni di utile operativo (ebit) per il 2024 a 14 miliardi (dai 15 della stima precedente). Una revisione che tuttavia, considerando il peggioramento dello scenario per i prezzi del petrolio, è stata ben accolta dagli investitori.
«La nostra strategia satellitare è in continuo sviluppo e, in tale ambito, siamo lieti di confermare l’investimento da 2,9 miliardi da parte del fondo Kkr in Enilive, che fa seguito alla transazione analoga che ha riguardato Plenitude nella prima parte dell’anno e dimostra la nostra capacità di attrarre investimenti, confermando il valore che stiamo esprimendo», ha osservato ancora Descalzi, riferendosi all’annuncio fatto l’altro ieri della vendita del 25% della società del gruppo che gestisce la produzione di biocarburanti, la rete dei distributori e le auto a noleggio nelle città al fondo americano. Il colosso dell’energia ha spiegato ieri agli analisti che potrebbe essere ceduta una ulteriore quota inferiore al 10% di Enilive. Procede intanto a un ritmo più rapido del previsto il programma di disinvestimenti di attività, pianificate per i prossimi 4 anni e completato in un anno e mezzo con un beneficio netto di 8 miliardi.
IL RILANCIO
Ancora in rosso invece la chimica. Nel terzo trimestre le attività gestite da Versalis hanno segnato una perdita operativa proforma adjusted di 193 milioni. Per questo la società ha annunciato un piano di rilancio con investimenti per 2 miliardi. È prevista la riduzione della chimica di base e lo sviluppo di attività come bioraffinazione, rinnovabili e batterie. Va in questo senso l’accordo annunciato ieri con Seri Industrial, attiva nel campo degli accumulatori. L’intesa punta a esplorare la possibilità di produrre batterie stazionarie, indispensabili alla rete elettrica per stoccare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili in maniera intermittente, nello stabilimento dell’Eni di Brindisi, destinato alla chiusura.
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