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«Centrosinistra unito». Ma Calenda si smarca e Conte dà forfait


dalla nostra inviata

CERNOBBIO «Chi c’è già dentro?». Paolo Gentiloni si affretta nell’ampia sala d’ingresso di Villa d’Este, mentre risuona il terzo gong che segna l’inizio del panel mattutino. Come lui, anche un altro volto storico del Pd, Enrico Letta, ha deciso di restare per assistere al panel delle opposizioni. Per alcuni, quello di ieri, poteva essere il giorno dell’esordio, a Cernobbio, del campo largo extra-large in formato “alternativa di governo”. Complice anche, ventiquattr’ore prima, l’ufficializzazione di tutti i candidati del centrosinistra che correranno alle regionali d’autunno. C’è voluto poco, però, per infrangere gli auspici più rosei. A partire dalle sedie vuote sul palco.

IL CONFRONTO

All’appello, alla fine, non ha risposto il leader del M5S, Giuseppe Conte. Un forfait inatteso – «fino a ieri sera sapevamo fosse confermata la sua presenza», dice un dem – ma “giustificato” dai più vicini all’ex presidente del Consiglio: «Nessuna ricostruzione, Conte era impegnato in eventi concomitanti in Campania e Calabria. Abbiamo cercato fino alla fine di conciliare tutti gli impegni, ma non è stato possibile», spiega lo staff.

Più che l’assenza del presidente pentastellato, a farsi sentire è stata la presenza di Carlo Calenda. Galeotta la domanda rivolta al leader di Azione, secondo a parlare dopo Angelo Bonelli di Avs e prima dell’ex alleato Matteo Renzi e della leader del Pd, Elly Schlein: «Farà parte o meno di questa coalizione che si presenterà probabilmente contro il centrodestra?». La risposta arriva secca, senza troppi giri di parole: «No, non ne farò parte, come ho sempre detto, perché io sono qui perché sono stato eletto nell’ambito di un progetto che rimane, secondo me, valido: la costruzione di un’area liberale che in tutti i paesi europei esiste».

Una pietra tombale sulla possibilità di un fronte unito in vista delle Politiche del 2027, ancora ritenuto possibile fino a ieri, nonostante gli stridori emersi nella fase di scelta dei candidati delle regionali.

Calenda rilancia il nucleare, e Schlein rilancia il salario minimo e parla di disaccoppiare il prezzo dell’elettricità da quello del gas e della possibilità, condivisa anche da Bonelli, di introdurre extraprofitti per alcune società energetiche. Calenda dà un giudizio generalmente «positivo» sul governo, pur condannandone l’immobilismo e la scarsa apertura a proposte, Renzi spiega che l’unità è l’unica via di fronte a una premier che vuole i «pieni poteri». E ancora: la segretaria rivendica la necessità di un salto avanti verso l’unità dell’Europa contro l’aggressività degli Usa e di Putin, mentre sempre Calenda chiede una politica estera che sia anche di potenza, e maggiori investimenti in difesa, punto dolente tra le fila del M5S e di Avs. Distinguo che, alla fine del confronto, si traducono in una prima domanda da parte della platea di imprenditori in ascolto: «Quali punti in comune?»

LE REAZIONI

A chi gli chiede di un possibile avvicinamento al centrodestra, Calenda nega fermamente: «No, lo so che è difficile da ritenere. L’obiettivo – spiega al Messaggero – resta costruire il centro liberale. La sinistra tornerà alla linea Gentiloni che c’era una volta? Staremo tutti insieme. La Meloni mollerà Salvini e diventerà una liberale conservatrice? Benissimo». Stesso copione su Milano, dove il leader si dice pronto a cercare un candidato riformista con il centrosinistra ma «se vogliono un nome dal Leoncavallo se lo fanno loro». Con un’unica certezza sul fronte regionali: il sostegno a Decaro e Manildo in Veneto.

Ma c’è pure chi, come Angelo Bonelli, valuta positivamente la prova di Cernobbio circoscrivendo la questione. «Il problema è Calenda», dice a questo giornale. Ma pure Schlein, in un mood, che è sempre inscalfibilmente «unitario» («partiamo dalle cose che ci uniscono») gira in lungo e largo Villa d’Este e si ferma a parlare con più di qualche imprenditore. La strada per costruire un’alternativa di governo è ancora possibile, giurano in molti, ma non è detto che sarà possibile percorrerla davvero tutti insieme.


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