Questa settimana, giunto all’età di 95 anni, Warren Buffett ha detto di voler rallentare. Ma prima di farlo l’oracolo di Omaha ha dato una direzione svelando un investimento da 4,3 miliardi di dollari in Google, cosa che ha alleviato le tensioni sui mercati nei titoli tech: almeno per ora, visto che il 19 novembre arriveranno i conti di un altro oracolo, Nvidia, che ci aiuterà a capire lo stato di salute del settore dell’intelligenza artificiale. Nel documento depositato venerdì alla Securities and Exchange Commission (la Consob americana), Berkshire Hathaway non solo ha fatto sapere di avere 17,85 milioni di azioni Alphabet al 30 settembre, ma anche di avere ulteriormente ridotto la propria quota in Apple prima che Buffett concluda i suoi 60 anni alla guida dell’azienda come amministratore delegato. Nei prossimi mesi infatti — come annunciato dallo stesso investitore in una lettera agli azionisti — il suo posto sarà preso da Gregory Abel, 63 anni, che lavora nel gruppo dal 2000, alla guida della divisione che si occupa di energia. Per Berkshire Hathaway, un conglomerato da 1.000 miliardi di dollari, Google rappresenta il decimo investimento più grande del gruppo. Si tratta anche di una novità per Buffett che negli anni ha investito soprattutto in aziende che si occupano di prodotti (Apple per esempio) più che in società tech con margini di crescita importanti come Google. Con buone probabilità il portafoglio sarà gestito da Ted Weschler o Todd Combs, che hanno aperto le posizioni di Berkshire in Amazon, di cui oggi detengono ancora 2,2 miliardi in azioni.
Dall’inizio dell’anno le azioni di Google, nonostante gli alti e bassi del settore, hanno guadagnato il 46%, soprattutto grazie agli investimenti fatti dal colosso della Silicon Valley nella sua divisione che si occupa di cloud e data center. Da mesi però il mercato è sotto pressione a causa dei timori di una possibile bolla del settore IA. I timori sono legati al fatto che i grandi investimenti fatti in questi anni in data center e in startup di intelligenza artificiale generativa (OpenAI e Anthropic in prima fila) rischiano di non portare ritorni. E proprio questa settimana i conti di Nvidia, il produttore di chip per IA, potrebbero dare una nuova direzione a Wall Street e in generale ai mercati mondiali. Grazie all’entusiasmo per l’IA, il gruppo di Jensen Huang è diventato l’azienda quotata più grande al mondo, con un valore che supera i 5.000 miliardi di dollari (vale quanto il Pil della Germania e un sesto del Pil degli Stati Uniti). I conti di Nvidia chiudono una stagione buona ma non per tutti, vista la performance zoppicante di Meta, che non ha dato l’impressione di avere una strategia chiara sull’IA.
LE ATTESE
Ovviamente ci si attende molto: nel caso di conti positivi gli analisti vedono un rally così forte che potrebbe mettere in secondo piano le attese per il discorso del presidente della Fed di New York John Williams sulle possibili mosse della Banca centrale a dicembre. L’altro grande nome della settimana prossima è Apple: secondo il Financial Times il gruppo starebbe intensificando la ricerca di un successore di Tim Cook, il Ceo alla guida dal 2011, l’anno della morte di Steve Jobs. Il cambio è previsto per l’anno prossimo e nonostante il nome più citato sia quello del capo della divisione hardware John Ternus, Ft sostiene che «non è stata presa una decisione definitiva» e che non è una scelta legata alle performance di Cook. Il nuovo Ceo avrà due missioni fondamentali per la sopravvivenza del gruppo: diminuire la dipendenza dalla Cina e stabilire la strategia IA del colosso, prima che le nuove startup del settore occupino il mercato e la base utenti di Apple.
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