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Btp, viaggi e prodotti hi-tech la nuova spesa degli italiani


Meglio spendere per i Btp. Come è avvenuto nel 2023, quando il risparmio delle famiglie è salito del 6 per cento. Invece per abiti firmati e piatti pronti al supermercato non si fanno più pazzie come un tempo. Sul primo versante si sconta la moda del vintage, riciclo compreso. Sul versante alimentare — se c’è qualche spicciolo in più a disposizione — poi si preferisce mangiare fuori. Tira sempre la tecnologia: ma se a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo il must erano frigoriferi con la stessa potenza di gelo di quelli del bar o le lavatrici dai mille e scadenzati programmi, adesso non si lesina un euro per smartphone e televisori.

IL PARALLELO

Sul fronte dei consumi il Centro studi di Confcommercio ha delineato nei giorni scorsi uno spaccato tra le tendenze dell’ultimo trentennio: e le principali differenze non sono certamente economiche. Certo, nel 2024 la spesa media delle famiglie è stata di 21.778 euro pro capite, simile agli anni preCovid, ma lontana — con un delta di 138 euro — rispetto a quella registrata nel 1995. Ma in questi trent’anni sono cambiate fondamentalmente le abitudini, anche perché in questo lasso di tempo si intervallati l’ingresso dell’euro che ha congelato — almeno fino al biennio scorso — l’inflazione e rallentato le dinamiche salariali; le prime crisi finanziarie globali che hanno aumentato le distanze nella piramide sociale e hanno spinto di nuovo gli italiani verso prodotti più sicuri o gestiti da intermediari, lasciando perdere i facili guadagni del trading online; senza dimenticare il Covid e il ritorno della guerra in Europa che hanno costretto a rivedere anche gli hobby e le passioni, per esempio dando nuova stura ai viaggi point to point verso mete sicure.

TEMPO LIBERO

Tornando allo studio della Confcommercio, non a caso, scopriamo che accanto a quelli della telefonia i consumi che hanno registrato un aumento sono proprio quelli legati al tempo libero: oltre ai già citati viaggi, gli eventi culturali, gli spettacoli dal vivo, le visite dei musei, gli abbonamenti alle grandi piattaforme online che garantiscono dal pc come dal telefonino l’accesso ai film, alle serie tv, ai grandi concerti e allo sport. Non soltanto calcio, ma anche tantissimo tennis e basket.

Da non dimenticare, per capire com’eravamo e come siamo oggi, anche un fattore dagli effetti sempre più rilevanti: l’aumento dell’età media del Paese, che nel 1995 era di 38,5 anni è quest’anno ha superato i 48. Proprio l’invecchiamento in corso ha sicuramente frenato la crescita dei redditi delle famiglie, stabilmente in media intorno al 1 per cento, totalmente assorbita dalla fiammata inflattiva degli ultimi anni.

Come spiegano dall’associazione di piazza Gioacchino Belli, guardando al futuro, «nonostante la stima di una moderata crescita anche nel 2024, la spesa per abitante, tenendo quindi conto dei mutamenti interventi sul versante della popolazione residente in riduzione da alcuni anni, a prezzi costanti sarà, infatti, inferiore di quasi 200 euro. Analizzando i consumi per grandi funzioni spesa nel medio-lungo termine, le prime evidenze che emergono dai dati sono di una elevata disomogeneità, in un contesto di bassa crescita della domanda, negli andamenti delle diverse funzioni di consumo». Per osservare anche come «la pandemia in molti casi abbia solo temporaneamente interrotto dei processi di lungo periodo, e in alcuni casi li abbia anche accentuati».

L’invecchiamento della popolazione però ha modificato — sempre più spingendo gli italiani verso rendite più sostanziose — le coordinate di capisaldo del nostro Paese come la propensione al risparmio. Nel 2023 la ricchezza finanziaria degli italiani è cresciuta di quasi 80 miliardi di euro per arrivare a quota 5.216 miliardi, ben 552 miliardi in più rispetto al 2019, l’ultimo anno prepandemico. Ma se dai conti bancari sono stati smobilitati 61 miliardi, parallelamente sono stati accumulati 144 miliardi in più grazie a titoli obbligazionari e fondi comuni, spinti dall’aumento dei tassi d’interesse.

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