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Vannacci, Sardone, Stefani e Durigon: la nuova squadra della Lega. Come un allenatore che ridisegna la sua formazione in vista di una stagione decisiva, Matteo Salvini ha scelto i suoi vice-segretari durante il Consiglio federale della Lega, riunitosi ieri a Palazzo Madama. Accanto ai già noti Alberto Stefani, deputato veneto e segretario della Liga Veneta, e Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, il segretario ha designato due nuovi nomi: Silvia Sardone e Roberto Vannacci.
La nomina di Vannacci era attesa. Ufficialmente tesserato al Carroccio lo scorso mese durante il Congresso di Firenze, direttamente sul palco per mano di Salvini, il generale era stato eletto alle Europee del 2024 come indipendente nelle liste della Lega. Fino ad aprile, lo statuto del partito non avrebbe consentito a un neo-iscritto di assumere ruoli di vertice. Tuttavia, la modifica approvata in quella stessa occasione ha reso possibile questa nuova impostazione. La platea leghista, in quell’occasione, ha accolto con favore la novità, acclamando compatta Salvini e approvando il nuovo corso. Una modifica che si inserisce perfettamente nella decisione presa ieri dal segretario. Vannacci, infatti, gode di un seguito significativo all’interno del partito. È considerato una figura radicale e fortemente identitaria. Il suo linguaggio diretto, spesso divisivo, tende a polarizzare: o piace o non piace. Il suo intento, più volte dichiarato è quello di rivolgersi alla pancia dell’elettorato: “Non mi interessa la politica dei salotti, degli inciuci e delle poltrone, io sto in mezzo alla gente”.
Più inaspettata, invece, la nomina di Silvia Sardone, che diventa la prima donna a ricoprire questo incarico nella storia del partito, subentrando ad Andrea Crippa. Un vero plot twist per tutti, compreso lo stesso Crippa, che fino a quel momento ricopriva il ruolo di vice. Secondo quanto comunicato, Salvini ha riconosciuto l’“ottimo lavoro” svolto da Crippa, annunciando che continuerà ad avere un “ruolo rilevante” all’interno della Lega. L’inserimento della quota rosa all’interno del vertice del partito era un obiettivo che Salvini ha concretizzato con la nomina di Sardone. Ex esponente di Forza Italia, ha lasciato il partito nel 2018 ed è stata eletta al Parlamento europeo nel 2019 con la Lega. È attiva da tempo sui temi dell’immigrazione, della legalità e delle periferie, ed è considerata un punto di riferimento per l’area milanese e per un elettorato urbano.
Ha raccolto importanti risultati elettorali: a Milano, nel 2021, è stata la candidata più votata del centrodestra, uomini inclusi; alle Europee del 2024 è risultata la leghista più votata dopo Vannacci.
Secondo alcuni, la scelta di Salvini di promuovere figure fortemente radicate sul territorio e premiate dal consenso elettorale potrebbe rappresentare una mossa in vista delle prossime sfide regionali. L’attenzione è puntata soprattutto sul Veneto, dove il segretario leghista punta a non perdere terreno, con l’“alleato-rivale” Luca De Carlo di Fratelli d’Italia alle costole nella corsa alla guida della Regione.
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