Non sarà facile. Ma la richiesta è chiara. All’Italia spetta un commissario “economico”. A chiederlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha tra l’altro espresso preoccupazioni sul rallentamento della crescita e ha promesso che la prossima manovra sarà «seria e responsabile». A una domanda sulle possibili dimissioni del Ragioniere generale dello Stato, Giorgetti ha detto che Mazzotta «è un servitore dello Stato» e fa lui «le sue scelte». Sull’economia il ministro, il campanello d’allarme l’ha suonato insieme al governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, a margine della due giorni di lavori al G20 di Rio de Janeiro, il forum delle principali economie mondiali incluse quelle del Brics. Giorgetti e Panetta hanno allertato sul mondo in rapido mutamento, e sul cedimento della crescita. Tra Paesi che si interrogano su rischi e benefici dell’impatto dell’Intelligenza artificiale, su meccanismi fiscali per affrontare la lotta alla fame, alla povertà, alle diseguaglianze, riforme dei sistemi multilaterali, il chiaro segnale che emerge, secondo Giorgetti è che «se l’Unione europea vuole avere un ruolo, si deve dare una chiara rotta». La riflessione, ha spiegato il ministro, nasce un po’ per i tempi lunghi per la formazione del nuovo esecutivo europeo, e un po’ per una certa generalizzata «fatica a trovare una governance precisa» che si nota in tutte le istituzioni del blocco, fatta salva la Banca centrale, «che viaggia senza problemi». Per l’Italia la partita a Bruxelles è aperta. «Improbabile» una riconferma del portafoglio ora di Paolo Gentiloni, ha riconosciuto Giorgetti, ma «la discussione è in corso» e l’obiettivo è riuscire a posizionarsi in prima fila con una responsabilità economica pesante, come compete «ad un grande Paese fondatore». D’altra parte ha osservato il ministro, se guardiamo a cinque mesi fa, «avevamo un filotto di presenze italiane significativo nella dimensione economica, sia al Parlamento europeo che in Commissione. Al Parlamento si è persa — ha avvertito -. In Commissione probabilmente quel tipo di posizione si perderà, ma chiaramente ce ne sono altre in discussione». Le sfide sul piano economico per l’Europa certo non mancano. A fare una rapida carrellata è il governatore di Bankitalia, membro del board della Bce, che in tema di sicurezza economica, invita a reagire alle «frammentazioni», curabili anche con «accordi commerciali», che «non limitino la crescita e la disponibilità dei beni, e che non diano una spinta al rialzo sull’inflazione», ora che sta lentamente facendo rotta verso il target del 2%. Per parlare di un taglio dei tassi a settembre, secondo Panetta è ancora presto. I sintomi di un «rallentamento persistente» dell’economia ci sono, e interessano un po’ in generale tutte le economie avanzate, ad eccezion fatta degli Stati Uniti, che continuano a crescere a ritmi elevati.
LA RIPRESA
«La ripresa che aspettavamo in Europa non è più così probabile come prima, anche se l’Italia continua a crescere», osserva Panetta, e «passato il round di elezioni, bisognerà capire come reagire alla frammentazione, che potrebbe avere un effetto negativo proprio sulla crescita». Strettamente collegato alla sicurezza economica, e al centro delle discussioni, ci sono anche le «forti rivoluzioni in campo digitale, come l’intelligenza artificiale». Come questo influenzerà l’economia, «è presto per dirlo, tutti si aspettano che abbia un effetto positivo — indica il governatore, ma con una serie di rischi, in termini di concentrazione di potere, di possibili disuguaglianze e di effetti sull’occupazione».
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