Dalla Russia fino a Malta per studiare l’inglese. Poi l’incontro con Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, la nascita della piccola Andromeda, il trasferimento in Italia, a Roma, la morte a Villa Pamphilj, dove il suo corpo senza vestiti è stato trovato il 7 giugno scorso non distante da quello della sua bimba, uccisa poco prima di compiere un anno. Si chiamava Anastasia Trofimova e aveva 28 anni la giovane morta e abbandonata nel grande parco della Capitale. Veniva da Omsk, città nella Siberia meridionale ed era arrivata in Europa nel 2023. È stata la madre a riconoscere i tatuaggi che la giovane aveva sul corpo, dopo la segnalazione di una conoscente che l’ha messa in contatto con la trasmissione Chi l’ha visto?. «Quella è mia figlia, è Anastasia», ha detto la donna, con accanto il marito. Nel frattempo la Procura di Roma, con la collaborazione dell’Fbi e delle autorità maltesi ha recuperato il numero di passaporto della giovane e sta analizzando le impronte digitali registrate, anche se sembrano non esserci più dubbi: la donna rimasta senza nome dal 7 giugno è stata identificata. Quel passaporto era già in verifica insieme ad altri sei profili dalle autorità italiane: la telefonata della madre ha anticipato il verdetto. E, anche se non è ancora chiaro quale sia la causa della sua morte, chi indaga è convinto che Anastasia sia stata uccisa, forse soffocata. La piccola, invece, sarebbe stata picchiata e strangolata, come emerso dall’autopsia. Un duplice omicidio aggravato di cui è accusato Kaufmann, fermato il 13 giugno sull’isola di Skiathos, in Grecia. Era arrivato in aereo dopo avere pagato il biglietto con una delle tre carte di credito che aveva con sé.
LA RICOSTRUZIONE
Lui e Anastasia si conoscono a Malta nel settembre del 2023. La piccola Andromeda nasce il 14 giugno successivo, esattamente 9 mesi dopo. Kaufmann, che nel frattempo ha cambiato identità e ha assunto quella di Rexal Ford, all’ambasciata americana di La Valletta avvia le pratiche di riconoscimento della piccola, con il nome di Andromeda Ford, ma non vanno a buon fine perché mancano alcuni documenti. Poi la decisione di cambiare nome alla piccola — chiamandola Lucia — e di lasciare Malta: Kaufmann contatta una società di charter e, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, a bordo di un catamarano – forse con la compagna e la bimba – raggiunge la Sicilia. Da lì i tre arrivano nella Capitale, dove l’uomo, che aveva rubato l’identità a un vero filmmaker, cerca casa tra l’Aurelio e Monteverde. Viene presentato alla madre di Anastasia in una videochiamata del 27 maggio: lui la rassicura, le dice di essere un bravo ragazzo e di voler mettere su famiglia con sua figlia. Ma il racconto fatto dalla giovane in una mail inviata il 2 giugno, è diverso: la ragazza parla di problemi nella relazione, che stanno cercando di risolvere. È quella l’ultima volta che la madre sente Anastasia. Nel frattempo Kaufmann viene stato segnalato 4 volte alla polizia per comportamenti violenti nei confronti della compagna e per ubriachezza. L’ultima volta Anastasia è già morta. C’è un altro passaggio da chiarire: la donna non aveva documenti e diceva di chiamarsi Stella Ford. È arrivata a Malta con un documento regolare, il passaporto, ma la copia cartacea non è stata trovata. Anche la decisione di utilizzare per il viaggio un’imbarcazione privata potrebbe essere legata al tentativo di fare perdere le proprie tracce.
Il passo successivo, per Kaufmann, dopo avere nascosto i cadaveri tra i rovi di Villa Pamphilj, averli spogliati e usato un telo di plastica per coprire quello della donna, è la fuga in Grecia, dove viene arrestato. Ora è detenuto nel carcere di Larissa. È stata un’amica della madre, insospettita dal silenzio della ragazza, a cercare in rete il nome dell’uomo — ha cercato “Rexal Ford” — e a trovare l’appello sui social della trasmissione Chi l’ha visto?.
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