Continua la corsa a Piazza Affari del titolo Mps (ieri +5,49%), che in due sedute, dopo l’approvazione dei conti, ha guadagnato oltre il 10 per cento. A spingere il titolo, oltre agli utili sopra le attese sono state anche le parole dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio che in conference call con gli analisti, ha promesso di distribuire in dividendo il 100% degli utili nel 2026, con una cedola in linea con quella del 2025, impegnandosi ad aumentarla di anno in anno e aprendo all’introduzione di un acconto sul dividendo. Inoltre, secondo quanto riportato dall’Ansa, Mps si prepara ad eliminare il vincolo dello statuto che impone alla banca di destinare a una speciale «riserva statutaria» almeno il 25 per cento degli utili dell’esercizio. La revisione, sempre secondo quanto riportato dall’Ansa, sarebbe all’esame del consiglio di amministrazione assieme a una serie di modifiche statutarie da sottoporre a una assemblea straordinaria da convocare probabilmente all’inizio del 2026. La riserva, che potrebbe essere ridimensionata al 5 per cento, in linea con quella di altri istituti, servirebbe a ridare alla banca, completamente risanata e rafforzata dall’acquisizione di Mediobanca, la piena disponibilità dei suoi utili per remunerare gli azionisti. Proprio la nuova politica dei dividendi, “garantita” da un cuscinetto patrimoniale superiore di 770 punti base rispetto ai minimi regolamentari, è tra le ragioni del rally in Borsa del titolo spinto, come detto, anche dai risultati oltre le attese, dalla ampia disponibilità di capitale e dalle aspettative per l’integrazione con Mediobanca. Ieri anche Kepler ha alzato il target price da 7,6 a 8 euro, con valutazione “hold”, citando proprio «i messaggi rassicuranti sui dividendi» dati dal management dopo «i risultati migliori delle attese» sia di Mps che di Mediobanca, mentre Intermonte ha alzato da 10,5 a 11 l’obiettivo di prezzo, con giudizio “buy”, alla luce dei «positivi e resilienti trend del business» e della «positiva sorpresa» di un Cet1 sopra le attese. Venerdì scorso era stata Deutsche Bank, a valle della conference call di Lovaglio, a rilevare come l’impegno a pagare nel 2026 un dividendo in linea con gli 0,86 euro ad azione del 2025 e ad accrescerlo di anno in anno costituiva «una delle più alte remunerazioni in Europa», offrendo quella «chiarezza e visibilità di cui gli azionisti avevano bisogno» e «supportando una rivalutazione dell’azione».
GLI ANALISTI
«I risultati del terzo trimestre sono stati solidi, in particolare per l’evoluzione del capitale e per le conferme positive sul dividendo per azione», è stato invece il parere di Barclays. La banca ha archiviato i nove mesi con un utile di 1.366 milioni che si confronta con i 1.566 milioni dei nove mesi dello scorso anno che avevano beneficiato, tuttavia, di un effetto imposte positivo di 470 milioni. Nei nove mesi Mps ha registrato ricavi per 3,05 miliardi, in linea con lo stesso periodo 2024, un margine di interesse in calo a 1.638 milioni (-7,4%) e commissioni nette in crescita a 1.185 milioni. Il risultato operativo netto è di 1.389 milioni con un contributo del terzo trimestre di 453 milioni. Mps ha annunciato nella nota sui conti che consoliderà Mediobanca nel conto economico a partire dal quarto trimestre.
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