Vendemmia a chiazza di leopardo, mai come quest’anno. Al Sud i primi grappoli sono stati tagliati con grande anticipo. Al Nord, nonostante la siccità in alcune zone e le grandinate in altre, i tempi sono normali ma le quantità risentiranno delle differenze climatiche, con grosse difficoltà per i produttori bio e in particolare i biodinamici, per i quali gli ultimi periodi a ridosso della vendemmia sono i più delicati. Al Centro la raccolta è già iniziata con le basi spumanti, con un lieve calo dei volumi. La situazione risente sempre più del clima pazzo. «Non è un quadro omogeneo quello che si presenta oggi sul fronte viticolo», afferma il presidente della Federazione nazionale vino di Confagricoltura Federico Castellucci. «Mai come quest’anno – aggiunge — è difficile fare previsioni generali attendibili, sebbene le premesse siano nel complesso buone». La situazione fitosanitaria è buona, soprattutto se paragonata allo scorso anno, quando la peronospora aveva devastato oltre la metà della produzione. Solo nel Lazio c’è un po’ di preoccupazione in più per la presenza ancora più aggressiva del parassita.
AL SUD
Come da tradizione, la Sicilia è stata la prima a partire, ma mai come quest’anno. La nuova annata è stata avviata addirittura il 18 luglio alla Cantina Settesoli in provincia di Agrigento. «Se consideriamo – spiega il direttore Filippo Buttafuoco — che in Sicilia cadono mediamente da 500 a 600 mm di pioggia l’anno, concentrate tra autunno e inverno, tra l’ultimo autunno e questa estate registriamo appena 250 mm di precipitazioni. Meno della metà». Il caldo estremo ha fatto inoltre germogliare le piante in aprile invece che in maggio. – secondo la Coldiretti regionale — l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre.
AL NORD
In Franciacorta e Oltrepò si inizierà dopo ferragosto. Molto più tardi nell’area più pregiata, la Valtellina. «Il 2024 – spiega Sara Missaglia, docente Ais e wine educator — sarà sicuramente ricordata come un’annata dove gli attacchi di funghi patogeni hanno comportato scelte determinanti: la Valtellina e il Nebbiolo delle Alpi, a differenza di altri territori dove la vendemmia è stata anticipata, richiedono attesa sino a ottobre. In questo momento, così come vuole l’adagio popolare, a San Lorenzo i grappoli sono già colorati e la maturazione è piuttosto veloce. Meteo permettendo, la vendemmia dovrebbe essere regolare». In buona parte dell’Emilia-Romagna, Confagricoltura regionale parla, invece, di «rivoluzionario anticipo», non solo per i grappoli d’uva bianca, ma anche per i vitigni a bacca rossa. Nel Veneto, maggiore regione vinicola, la situazione, nonostante il maltempo dei giorni scorsi, appare normale. «A livello quantitativo — prevede Giorgio Polegato, presidente della Consulta vino di Coldiretti Veneto — l’attesa è per una annata nella media degli ultimi anni».
AL CENTRO
In Toscana c’è una sofferenza conclamata di viti e ulivi rispetto a 7-8 giorni fa, a causa delle temperature estreme. «Ma — spiega Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana — non è una situazione generalizzata. Capita che nello stesso vigneto, in base alla composizione del terreno, si vedano piante in buona salute e altre con foglie secche e restringimento dei chicchi. Se nelle prossime settimane la situazione non cambierà, potremmo registrare un calo importante della produzione, che era buona». In Piemonte, altra capitale del vino, il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani prevede volumi «in linea con lo scorso anno». Insomma, ancora è prematuro prevedere la conferma o meno dei dati 2023: 43 milioni di ettolitri (- 21% rispetto al record 2022; — 13% sotto la media storica del decennio), con l’Italia seconda potenza, dietro la Francia (46 milioni di ettolitri), prima di Spagna (30) e Usa (25), stando ai dati dell’Oiv, l’Organizzazione mondiale del vino. Adesso, però, le preoccupazioni maggiori arrivano da un mercato definito da Confagricoltura «freddo, con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente a incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite».
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