Giancarlo Giorgetti plaude al calo dello spread. «Frutto», dice, «di tanto lavoro e serietà». E il fatto che venga riconosciuto dai mercati, dovrebbe far «piacere a tutti». E intanto, tramite la Ragioneria, manda un avviso ai colleghi di governo a non presentarsi ai prossimi appuntamenti con lunghe liste della spesa. Chi vorrà finanziare qualche nuova voce, dovrà farlo tagliandone un’altra. In vista della prossima legge di bilancio i ministeri dovranno «tenere conto dei vincoli imposti dal rispetto del percorso della spesa netta» indicato nel Psb. E la formulazione delle previsioni «dovrà essere improntata alla sostenibilità economica in un’ottica di medio-lungo periodo» e, «tenuto conto dell’attuale quadro di finanza pubblica, la compensazione di ogni nuova e maggiore esigenza dovrà avvenire con corrispondente riduzione di risorse già iscritte in bilancio a legislazione vigente». Ragioneria generale dello Stato in campo con un avvertimento in piena regola contenuto in una circolare, voluta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, indirizzata a ministeri ed enti locali, in cui si precisa che «le previsioni dovranno essere definite anche in un orizzonte pluriennale, prestando particolare attenzione alle annualità ricomprese nel periodo 2026-2032». Ai fini dell’aggiornamento delle previsioni di spesa per oneri inderogabili e fabbisogno, la Ragioneria segnala innanzitutto «la necessità, per i ministeri che propongano richieste di incremento non compensate rispetto a quelle autorizzate a legislazione vigente, di giustificare adeguatamente le ragioni dell’incremento previsto e di fornire gli elementi informativi necessari a verificare la quantificazione degli aumenti richiesti». Le proposte «devono essere limitate alla necessità di adeguare gli stanziamenti di bilancio in relazione alla legislazione vigente». Negli altri casi — specifica la Rgs — «l’incremento degli stanziamenti di bilancio, al di fuori dell’adeguamento della legislazione vigente, dovrà essere oggetto di valutazione nell’ambito delle disponibilità complessive della manovra di finanza pubblica e, pertanto, dovranno essere presentate corredate di adeguata motivazione, inderogabilmente entro la data del 10 settembre» al Mef. Più in dettaglio, per le spese di fabbisogno, l’analisi volta alla formulazione delle proposte «non dovrà essere limitata alla valutazione delle sole richieste di incremento dello stanziamento, ma dovrà essere ampliata anche alla verifica del mantenimento in bilancio di tutto o parte dello stanziamento in relazione alle effettive esigenze di programmazione e capacità di impegno delle risorse, tenuto conto di eventuali margini di efficientamento delle procedure e dell’organizzazione dei processi, dei risultati conseguiti con la spesa finanziata e, in termini contabili, delle eventuali economie maturate a consuntivo».
IL PASSAGGIO
I Ministri sono quindi tenuti a fornire le motivazioni ei criteri utilizzati per la formulazione delle previsioni per cui si propone la conferma degli stanziamenti previsti a legislazione vigente (per i capitoli con stanziamenti superiori a 1,5 milioni di euro) e per ogni proposta di incremento. Per gli oneri inderogabili, le previsioni «dovranno essere basate sull’analisi dell’andamento delle determinanti della spesa e su una stima realistica del loro sviluppo nel prossimo triennio e nel successivo arco di tempo pluriennale, dettagliata in maniera analitica». Occorre ricordare che la legge di Bilancio messa nero su bianco dal governo alla fine del 2024 prevede un taglio delle spese di 7,7 miliardi di euro a carico dei ministri nel triennio 2025-2028.
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