Una Maserati a prezzo di saldo per i dipendenti italiani del gruppo Stellantis «che potranno scegliere tra i modelli Grecale, GranTurismo e GranCabrio. La nostra straordinaria gamma ti aspetta!». Fa discutere la mail inviata dal gruppo automobilistico ai dipendenti dei propri stabilimenti italiani — anche quelli in cassa integrazione o con contratti di solidarietà — con cui l’azienda ha proposto a partire dal mese di ottobre l’acquisto di una vettura Maserati «a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai nostri e ai tuoi amici». Sul listino prezzi l’auto di lusso costa infatti tra gli 80mila e i 200mila euro, una cifra ampiamente fuori portata per la maggior parte dei dipendenti del gruppo nato nel 2021 dalla fusione tra l’azienda francese PSA e l’italostatunitense FCA.
Insorge la politica, con Carlo Calenda che chiede alla premier Meloni di convocare Elkann e Tavares a Palazzo Chigi: «Stellantis che offre Maserati a prezzi speciali agli operai in cassa integrazione rappresenta non solo un insulto ma anche la dimostrazione che è un’azienda allo sbando e che Maserati versa in condizioni pietose. Ora basta». Protesta anche la deputata e vicepresidente M5s Chiara Appendino (che annuncia anche un disegno di legge per impedire che i top manager guadagnino più di dieci volte rispetto ad un proprio dipendente): «Dobbiamo invertire presto la rotta o ci troveremo davanti a uno squarcio sociale ormai irreparabile. Immaginate di essere un operaio Stellantis che da mesi cerca di portare avanti la famiglia barcamenandosi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà da poco più di 1.100 euro al mese e riceve questa offerta per comprare macchine di lusso dalla propria azienda. Immaginate di assistere da anni alla fuga dall’Italia di Stellantis, che è anche arrivata a proporre ad alcuni operai di trasferirsi in Polonia per mantenere il posto, e di sapere che l’amministratore delegato guadagna oltre 750 volte lo stipendio di un operaio. Immaginate di vedere il governo opporsi con ogni forza all’introduzione del salario minimo legale, eliminare il reddito di cittadinanza e assistere inerme a 18 mesi di calo della produzione industriale. Come potete continuare a credere nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarvi?».
Il vicepresidente dell’Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, parla di «scherzo di pessimo gusto» e annuncia che il partito chiederà, «anche a difesa della dignità di chi lavora», un’informativa del ministro Urso: «Il management di Stellantis ha scelto la strada delle basse provocazioni per gestire le relazioni sindacali? Non accettiamo questa prepotenza». «Non so se ridere o se piangere — spiega Giacomo Zulianello, delegato Fiom e operaio a Mirafiori — sono in cassa integrazione e guadagno 1.180 euro al mese. Queste vetture costano tra 80 e 200mila euro. Neanche se accetto l’invito dell’azienda di andare a lavorare come trasfertista in Polonia potrei permetterle».
LA RISPOSTA
La replica di Stellantis non si è fatta attendere, il gruppo automobilistico parla di «rappresentazione falsa e strumentale» e di «sconcerto per chi alimenta ostilità». Secondo l’azienda, infatti, «ancora una volta una iniziativa interna è stata riportata all’attenzione dei media da fonti evidentemente vicine all’azienda, con l’obiettivo di continuare ad alimentare un sentimento di ostilità nei confronti del nostro Gruppo, danneggiando prima di tutto le persone, orgogliose di costruire auto che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo». Secondo Stellantis, «sono stati gli stessi dipendenti Maserati a chiedere in più occasioni sconti speciali per amici o parenti», l’iniziativa è stata poi estesa all’interno del Gruppo. «Già oggi Maserati offre ai propri dipendenti la possibilità di utilizzare le auto del Tridente in occasioni speciali, come matrimoni, e sta sviluppando un programma per estendere la possibilità di avere vetture Maserati in prova pure in altre occasioni. Non è utile all’azienda e alle sue persone la diffusione di notizie di cui viene data una rappresentazione falsa e strumentale. È invece utile che tutte le parti lavorino con spirito costruttivo, condizione imprescindibile per affrontare i reali problemi che l’automotive sta attraversando».
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