Dopo un anno di celebrazioni per suo padre Marcello, tocca a sua figlia Chiara Mastroianni ricordare suo papà. «Dire “papà” sembra che c’ho tre anni — racconta con il sorriso al Corriere della Sera — Lo trovo molto allegro e anche un po’ pazzo, perché in quale mondo si festeggiano i cent’anni di qualcuno che è morto da quasi trent’anni? È un po’ surreale, però allo stesso tempo è un piacere…».
Chiara ricorda anche il Natale passate con lui e sua mamma Catherine Deneuve in Francia.
Ricorda anche che sua sorella Barbara ha vissuto un altro Marcello: «Fino a che morì è venuto sempre a fare Natale da noi. Barbara era grande, quando sono nata io aveva già vent’anni, aveva la sua vita, io andavo a trovarla in Italia, ma Natale rimaneva una cosa più da bambini. E quando sono nata era come una seconda vita per lui, aveva 48 o 49 anni. Per mia sorella è stato meno presente, ne abbiamo parlato spesso con Barbara, abbiamo avuto un padre molto diverso l’una dall’altra».
Al quotidiano di via Solferino confida che «quand’ho saputo della sua malattia avevo 21 anni; a 23-24 l’ho perso. Non ho mai risentito la mancanza di mio padre quand’era vivo perché era molto presente, mi chiamava in continuazione; sarà anche che non ho avuto scelta e ho fatto un po’ coi mezzi che avevo. L’assenza veramente difficile è stata quand’è morto, succede a tanta gente che perde i genitori troppo giovani: non ti vedono adulto. Mio figlio è nato dieci giorni dopo che lui è morto…». Ed quello che oggi più di tutto le manca. «Non sai quante volte me lo sono immaginato coi miei figli: gli racconterebbe scherzi, barzellette. La cosa che più mi piaceva era che aveva sempre lo sguardo di un bambino di otto anni, tutto lo meravigliava».
Quando ha scoperto la malattia Marcello Mastroianni? Sul set, casa sua mentre girava Tre vite e una sola morte. «Si è sentito male — racconta ancora Chiara Mastroianni al Corsera — e abbiamo capito che aveva scoperto di non star bene». Ma su quel set è tornato. «Abbiamo ripreso il film dopo un mese e mio padre è stato un esempio di grande coraggio; non s’è mai lamentato e ha sofferto come una bestia perché il cancro al pancreas è una delle cose più tremende».
Nel giorno della sua morte c’era lei, sua madre Catherine e l’ultima compagna di Marcello Mastroianni, la regista Anna Maria Tatò. «Mia sorella Barbara arrivò dopo, era in treno e stava arrivando dall’Italia».
Perché suo padre non ha mai divorziato dalla prima moglie? «A un certo punto, si sono accontentati di un modo di vita che io non potrei francamente, ma non è mai riuscito a prendere una decisione». Marcello, assicura sua figlia Chiara: «Non era un latin lover mio padre. Ma era uno di questi uomini che, se non sei tu che lo lasci, non ti lascia mai. Con tutto il rispetto e tutto l’amore, era forse un uomo da quel punto di vista un po’ debole».
Con sua madre Catherine ha litigato in occasione della firma del manifesto del Me Too ma non solo: «Era una madre single, con pieni poteri: non è facile. Il padre arriva ed è tutto un gioco, una festa, regali, e tu ti cucchi il quotidiano, peraltro con l’adolescenza. Lo so perché anch’io ho una figlia… Poi questa cosa del suo cacchio di manifesto scritto male è stata oggetto di una grande lite tra lei e me. Ma non abbiamo mai avuto liti che portano a non parlarsi più. Anzi, per fortuna abbiamo avuto liti, perché c’erano genitori che non ammettevano neanche di avere una conversazione onesta coi figli. Mia madre accettava che potessi essere in disaccordo, è segno di grande intelligenza…».
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