Tra trading e criptovalute, il rischio di abboccare a truffe online è sempre maggiore. In estate, con la mente più leggera e il desiderio di un guadagno extra per concedersi qualche sfizio in più, il rischio aumenta. Gli esperti avvertono: «Le truffe si moltiplicano dopo Ferragosto. Le persone anche quando si accorgono di essere state raggirate non ammettono l’errore, cercano alibi e rmangono intrappolati».
Vita da sogno
Secondo una ricerca internazionale pubblicata su Nature Sustainability realizzata dagli psicologi Paul Bain e Renata Buongiorno, ci vogliono 9,14 milioni di euro per una vita da sogno.
Questa la risposta dell’86% degli intervistati. Ma c’è chi si accontenta anche di molto meno e rischia di abboccare a quelli che sembrano guadagni facili. Il desiderio di ricchezza è insito nell’animo umano, che deve riuscire a controllarlo senza cascare in truffe.
Tutti a rischio
Il quattro volte campione del mondo di trading Andrea Unger spiega: «Nelle truffe finanziarie siamo tutti a rischio, senza distinzione di sesso, età, livello culturale, economico ed estrazione sociale». L’estate è una stagione particolarmente a rischio: «Quando siamo più rilassati e abbassiamo la guardia, il rischio si moltiplica. Il sogno di realizzare lauti guadagni senza fatica, unito alla finanza a portata di clic, non fa sconti a nessuno. Nella rete dei truffatori possono rimanere intrappolati sia i laureati, sia le persone con titoli di studio inferiori». Serve quindi uno sguardo critico sempre attivo per auto-proteggerci: «Se domani ci proponessero una pillola miracolosa che ci fa perdere 10kg in una settimana, dovremmo avere gli strumenti critici per capire che si tratta di una promessa irrealizzabile. Lo stesso dovrebbe avvenire nelle questioni finanziarie». Comune, però, la mancanza di onestà nei propri confronti: «Anche quando le persone si accorgono di essere state raggirate, non vogliono ammettere l’errore e ricadono nella truffa».
L’aspetto psicologico
Lo psicologo e psicoterapeuta Domenico Nardiello analizza il comportamento dell’uomo che cade in queste trappole: «Possiamo intravedere una dinamica che potremmo definire anacronistica. Le masse risentono ancora di quello che è stato l’edonismo del secolo scorso, soprattutto degli anni ‘80 e ‘90. Un periodo nel quale si sono sovvertiti rapidamente alcuni valori che regolavano la nostra società». Un’eredità quindi derivata dagli ultimi decenni del secolo scorso: «Questi valori, legati alla performance e al raggiungimento del risultato, hanno sovvertito il concetto del valore intrinseco dei soldi. Se oggi avessimo uno sguardo critico su questo argomento, potremmo vedere oltre il suo modo di incantare la massa. Oggi l’individuo si sente al centro del mondo e questo si mette in atto attraverso un facile raggiungimento degli obiettivi e un facile arricchimento in grado di sostenere questa centralità del cosiddetto Io ipertrofico». Il problema cresce davanti al fallimento: «È molto semplice alzare delle barriere difensive che portano la responsabilità altrove senza farci uscire dal tunnel in cui si è entrati. Al contrario, chi riesce a mantenere un assetto critico, lavora più sul togliere che sul mettere».
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