22.05.2025
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Sports

Thompson si ritira dal torneo di Cincinnati


Cincinnati per i 23 anni gli ha regalato la rinuncia di Jordan Thompson, la promozione gratis ai quarti-rivincita contro Andrey Rublev (subito dopo Montreal). “Tennis tv” gli ha donato una carrellata di sue insolite immagini col sorriso. Da sempre, Jannik Sinner è infatti troppo serio, troppo compreso nella parte, troppo più grande della sua età: che si buttasse giù dai suoi monti con gli sci ai piedi, che si votasse al tennis pro alla Riccardo Piatti Accademy di Bordighera lasciando casa ad appena 13 anni, che si dedicasse al ruolo di campione-esempio del Rinascimento del tennis italiano. Fino a diventare il primo numero 1 del mondo azzurro di sempre, riportando la coppa Davis e un altro trionfo Slam dopo i lontanissimi allori del 1976, e stabilizzandosi fra i più grandi dello sport di oggi e di domani. Ma anche se è cresciuto tanto in fretta bruciando tutte le tappe anche come uomo, il Profeta dai capelli rossi abbraccia un’età in cui i coetanei si laureano e si affacciano alla vita lavorativa, mentre lui, già a 14 titoli ATP, agli oltre 23 milioni di euro di soli premi ufficiali guadagnati in 8 anni da tennista professionista ne somma almeno altrettanti l’anno dagli sponsor, più una decisiva quota di esperienze di vita dentro e fuori del campo. Comprese le ultime, dal momento d’oro, dalla volata dagli US Open fino a marzo a Miami, con una sola sconfitta stagionale fra Melbourne, Rotterdam, Indian Wells e Miami, all’infortunio all’anca, ai dubbi, alle delusioni, alle rinunce, alle critiche da Montecarlo in qua, fino al ko in Canada (senza gambe) contro Rublev, transitando per il secondo Masters 1000, a Cincinnati, nella lunga estate calda sul cemento nord-americano che culmina negli US Open del 26 agosto.

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IMPEGNO

Responsabilizzato, attento, concentrato, vigile, preoccupato, Jannik si sta sforzando di sciogliersi un po’ facendo leva sulla sua formidabile testa che allena e monitorizza come ogni altro centimetro quadrato del macchina da guerra-Sinner. Intanto, addio tic di toccarsi anca e ginocchio al primo affanno: “Anche se so che il mio corpo non è così pronto come vorrei a causa delle scorse settimane, credo che questi momenti siano più una questione mentale che fisica”. Quindi, positività: le sconfitte 2024 sono salite a 5, ma le vittorie sono comunque 46 con un super-rendimento nei maggiori tornei e poi straordinario bilancio 41-9 nei “1000” dal 2023 in avanti (20-3 quest’anno). Altri numeri pesanti che avvalorano il primato in classifica dal 10 giugno — comunque inattaccabile fino a New York — e lo spingono a tener duro nel Masters 1000 meno vincente, dove non aveva mai toccato i quarti e dove segna un sensazionale 6/6 ai quarti quest’anno. Ma soprattutto lo fanno rilanciare, deciso, nel segno della nuova dimensione di campione: “Non penso a quello che ho fatto nella prima parte della stagione, le cose possono cambiare velocemente, è difficile giocare tutto un anno senza avere qualche momento di calo, ma con la giusta mentalità puoi ripartire”. Prendendo sempre il lato positivo: “Per essere il primo match di Cincinnati è stato di buona qualità. Fisicamente posso migliorare ma mi sono mosso molto meglio”. Con una considerazione extra: “E’ bello vedere che la gente ti riconosce non solo per il giocatore che sei, ma per la persona che sei. Per me questo è ancora più importante”. Auguri, Jannik, giovane saggio.

Vincenzo Martucci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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