Al voto, la Liguria, domenica ci andrà con delle ferite profonde. Quelle lasciate dagli scandali giudiziari che hanno travolto l’amministrazione di Giovanni Toti, e quelle del maltempo, che oltre a rendere ancora impraticabili molte strade, sta costringendo diverse sezioni elettorali a trasferirsi dalle sedi abituali.
A perderne — questa è l’unica scommessa che accomuna esperti e sondaggisti — sarà l’affluenza. Con buona probabilità si andrà sotto al 50% per la prima volta nella storia della Regione. Eppure la partita tra il sindaco di Genova Marco Bucci e l’ex guardasigilli dem Andrea Orlando è tutt’altro che chiusa. La crisi che ha trasformato quella ligure nell’ultima spiaggia del campo largo, ha fatto tornare l’appetito al centrodestra, ora convinto che una tornata elettorale che fino a qualche mese fa era considerata come «potenzialmente disastrosa» a via della Scrofa, ora consente un minimo di ottimismo. Al di là di Emilia-Romagna e Umbria (dove si voterà il 17 e il 18 novembre), è la Liguria lo swing state che darà le indicazioni più concrete sull’immediato futuro delle due coalizioni.
LE TENSIONI
Le tensioni sulla Rai e i contraccolpi dello scontro interno al M5S tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo hanno pian piano sfaldato il fronte compatto a cui si erano aggiunti — oltre al Pd — anche Avs, Azione e Italia Viva. Una formazione che si è parzialmente dissolta, con Matteo Renzi che ha ritirato il suo sostegno preferendo non partecipare alla corsa elettorale. Non abbastanza, evidentemente, per frenare l’ottimismo di Orlando che ieri, ad Un giorno da pecora su Radio 1 ha previsto: «Vincerò io 51% a 47% e a Bucci canterò «Arrivederci…”».
Ottimismo che mercoledì sera ha sfoderato anche Giorgia Meloni, pur nascondendosi dietro ad un «sono scaramantica». La premier sarà a Genova domani pomeriggio per chiudere il palco dei magazzini del cotone, su cui salirà assieme a Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, per sostenere la volata di Bucci. E lo farà un’ora dopo che, qualche chilometro più in là, al teatro Politeama andrà in scena la chiusura della campagna elettorale orlandiana con Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Elena Bonetti (al posto di Carlo Calenda, assente giustificato) e, soprattutto, Elly Schlein.
Su entrambi i palchi però, protagonista sarà la politica romana. Da una parte c’è infatti il centrosinistra pronto a rilanciare la battaglia sulla sanità e sul lavoro all’indomani dell’approdo alla Camera di una Manovra giudicata insufficiente. E dall’altra l’alleanza di governo che a Genova arriva anche con l’obiettivo dichiarato di festeggiare il suo secondo giro di boa.
In ogni caso da ambo le parti c’è la consapevolezza dell’importanza della sfida. Vincere in Liguria infatti, vuol dire cominciare a mettersi in carreggiata verso l’enorme tornata elettorale del 2025. Tra Campania, Veneto, Marche, Puglia e Valle d’Aosta alle urne andrà poco più di un italiano su quattro. Un mid-term da brividi da qualunque lato la si guardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this