Trovare l’equilibrio tra sicurezza e competitività non è una missione semplice. Ma la ricetta è chiara per Elettricità Futura, l’Associazione della filiera industriale nazionale dell’energia elettrica, che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico. «Nell’attuale quadro geopolitico è fondamentale agire sui temi della sicurezza degli approvvigionamenti, dello sviluppo delle fonti rinnovabili, del miglioramento della competitività industriale e dell’equità sociale della transizione», ha spiegato il presidente Gianni Vittorio Armani nel suo intervento di apertura dell’assemblea pubblica dell’Associazione nel corso della quale è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. E «la risposta più immediata e vantaggiosa per l’Italia», ha continuato, «è oggi aumentare la quantità di rinnovabili nel nostro mix di generazione, riducendo la necessità di importare gas». Del resto, gli ultimi anni hanno costretto il mondo dell’energia a cambiare un po’ il tiro. «La transizione energetica», ha puntualizzato Armani, «non è più soltanto un tema ambientale. Puntare sulle rinnovabili, la tecnologia più economica, significa allo stesso tempo fare un passo verso gli obiettivi di decarbonizzazione, ridurre il prezzo dell’energia e aumentare l’indipendenza e di conseguenza la sicurezza energetica del Paese». Di qui la strada indicata da Elettricità Futura che rappresenta il principale settore per investimenti in Italia — 85 miliardi di euro nel periodo 2023-2027, circa il triplo della media degli altri settori — e sostiene 675mila posti di lavoro. «Abbiamo lanciato una campagna per sottolineare la necessità di spingere sulla semplificazione dell’iter autorizzativo per nuovi impianti rinnovabili e sulla contrattualizzazione a medio-lungo termine delle forniture di energia rinnovabile, che consentono di trasferire i benefici delle rinnovabili sulle bollette di famiglie e imprese», ha aggiunto il presidente. «Stiamo inoltre lavorando, all’interno di Confindustria», ha poi puntualizzato lo stesso Armani, «alla definizione di un set di proposte congiunte sul contenimento dei costi dell’energia valorizzando la produzione rinnovabile a beneficio del settore industriale». La strada è tracciata ma l’accelerazione è d’obbligo.
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