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Mentre a Gaza iniziano ad intravedersi i primi spiragli di luce, il mondo non ha nessuna intenzione di rimanere con le mani in mano. Dopo giorni di trattative tra Israele e Hamas, ora sul piatto un accordo c’è, ma da lavorare resta ancora molto e all’alba di un nuovo capitolo per il medio oriente, anche l’occidente deve collaborare per far si che l’accordo non resti carta straccia. L’Italia sembra non aver paura di farlo ed è già pronta a ritaglarsi un ruolo nel piano che riporterà la pace. A confermarlo è Guido Crosetto, che in una nota dichiara la futura ripresa delle attività dei Carabinieri italiani nella missione Eubam Rafah, al valico tra Gaza ed Egitto.
Aiuti militari per garantire la tenuta dell’accordo
Già dalla serata di ieri si iniziava a vociferare sulla possibilità di inviare militari italiani nei territori occupati. Oggi le voci hanno trovato la loro concretizzazione nelle parole di Guido Crosetto, pronto ad intervenire per garantire che il piano per la tregua possa avere un seguito. Le attività dei Carabinieri italiani nella missione Eubam Rafah, al valico tra Gaza ed Egitto, riprenderanno. Ad anunciarlo è proprio il ministro della difesa che in una nota dichiara: «Dopo essermi sentito e confrontato con il presidente Giorgia Meloni e con il ministro Tajani, a seguito di una valutazione sulle condizioni di sicurezza operata del Comando Operativo di Vertice Interforze, ho autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Portolano, a disporre la ripresa delle attività italiane nell’ambito della missione Eubam Rafah, cui partecipa personale dei Carabinieri, per la riapertura del valico con le medesime modalità del gennaio 25, in coordinamento con la Farnesina».
Quale sarà il compito dei Carabinieri italiani?
La missione europea «Eubam» non è certo nuova. Era il 2005 quando è stata istituita per la prima volta.
Il suo intento? Sostenere l’attuazione dell’accordo sulla circolazione e l’accesso tra il governo di Israele e l’Autorità palestinese. Nel 2007 poi, dopo l’acquisizione di Gaza da parte di Hamas, la missione ha sospeso le sue operazioni ed è entrata in modalità stand-by fino al gennaio 2025, quando la missione è stata rimessa in piedi per poco più di due mesi. Oggi come ieri il fine rimane lo stesso. Nessun compito militare, solo il dovere di sorvegliare il confine e quello di consentire il transito sicuro di merci, persone e soprattutto aiuti umanitari.
La missione Eubam al valico di Rafah, potrebbe essere il primo contributo concreto di un Europa in primafila a sostegno di Gaza. Ora e in futuro, tutti i riflettori rimangono sulla striscia, per assicurare l’ancora lungo cammino verso la pace. Resta necessario il supporto di tutti affinchè l’accordo siglato possa portare, effettivamente, alla pace.
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