Scontri accesi in Parlamento sul Ddl Sicurezza, con alcuni temi che infiammano il dibattito e altri che continuano a dominare l’agenda politica. La cannabis light, la lotta ai borseggiatori, la gestione dei minori in carcere e la controversa norma «anti-Salis» dividono nettamente maggioranza e opposizione.
Cannabis light, il Tar sospende la prima stretta del governo: quali prodotti si possono vendere e dove. Ecco cosa cambia
Da un lato, il governo procede con determinazione, dall’altro le opposizioni puntano il dito contro misure considerate inefficaci o lesive dei diritti. Vediamo, punto per punto, quali sono i nodi del Ddl che stanno polarizzando il confronto politico e su cui si gioca lo scontro in Parlamento.
Cannabis Light
Una delle battaglie più controverse portate avanti dalla maggioranza riguarda il divieto di vendita di cannabis light. Lo scorso giugno, il Ministero della Salute aveva pubblicato un decreto mirato a vietare la vendita di prodotti per uso orale contenenti Cbd, come oli e tisane, se non tramite farmacia e con ricetta medica. Tuttavia, mercoledì il Tar del Lazio ha sospeso l’emendamento, lasciando, però, il tema ancora molto dibattuto in Parlamento. La maggioranza difende strenuamente questa misura: «Le norme per stroncare il mercato della cannabis light sono giuste», ha dichiarato l’azzurro Maurizio Gasparri. Le opposizioni sono scese duramente in campo contro la decisione, sottolineando i rischi per il settore. «Il governo Meloni, spinto da un’ideologia estrema, sta distruggendo una filiera tutta italiana che sostiene 11mila posti di lavoro», ha denunciato Riccardo Magi, segretario di +Europa. Anche le associazioni di categoria esprimono preoccupazione. La Coldiretti chiede modifiche al testo, avvertendo che le attuali disposizioni potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza di un intero comparto agricolo che ha effettuato investimenti significativi nella coltivazione della cannabis light.
Legge anti-Ghandi
Poi la legge anti-Ghandi, l’articolo 14 del ddl Sicurezza, approvato due giorni fa alla Camera senza modifiche, che prevede un mese di carcere per chi blocca la strada o una ferrovia, o da sei mesi a due anni se nel farlo si è in più persone riunite. Duri gli interventi delle opposizioni, che parlano di norma liberticida e puntano il dito contro il governo Meloni. «Se un migliaio di studenti occupa la sede stradale rischia di incorrere in un reato penale», fa notare Gianni Cuperlo, deputato del Pd, mentre la collega di partito Laura Boldrini sostiene che la norma va contro «i lavoratori e gli eco attivisti». A criticare l’articolo 14 del ddl Sicurezza è anche Alleanza-Verdi-Sinistra. Secondo il deputato Angelo Bonelli, la norma «segna una svolta storica per la qualità della nostra democrazia».
Mentre Stefania Ascari, del Movimento 5 Stelle, aggiunge: «Sarò una delle prime ad essere imputate. Io non smetterò di andare fuori alle fabbriche con i lavoratori sfruttati».
Legge anti-Salis
Sul tavolo c’è anche «Il reato di occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui», punito con la reclusione da 2 a 7 anni. La norma è stata ribattezzata «anti-Salis» per le polemiche nate a luglio sull’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, che sarebbe stata trovata all’interno di un alloggio del Comune di Milano, da un ispettore nel 2008. «Grande vittoria per una battaglia storica della Lega: via libera della Camera — scriveva sui social il ministro dell Infrastrutture Matteo Salvini — per l’introduzione del nuovo reato per chi occupa abusivamente case, con una pena prevista dai due ai sette anni di carcere. Altro che clemenza per gli abusivi, come vorrebbe una certa sinistra: tolleranza zero». Con questo articolo, attacca il M5S, «governo e maggioranza hanno portato a termine un’operazione raccapricciante per punire tutt’altro fenomeno: vogliono colpire tutti, anche chi ha subito uno sfratto per morosità incolpevole. Una norma socialmente spietata e incostituzionale».
Neonati in carcere
Poi, l’articolo 15 del decreto sicurezza, che elimina l’obbligo di rinviare l’esecuzione della pena per le detenute incinte o le madri con figli fino ai tre anni di età. Forza Italia ha ritirato il suo emendamento, che prevedeva invece il rinvio solo per le madri con bambini fino a dodici mesi, cedendo alle pressioni degli alleati di Fratelli d’Italia e Lega. Duro il commento della responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani: «Con queste norme – ha detto nel suo intervento in Aula – viene criminalizzata l’infanzia e le bambine e i bambini dovranno espirare le pene delle loro madri. Per tutta l’estate, Tajani ha detto che, per rispondere allo spirito del fondatore di Forza Italia, il partito si sarebbe impegnato per norme di civiltà come lo ius scholae e l’abolizione del carcere per i bambini. Parole vuote: per Forza Italia la civiltà finisce sulla porta di Palazzo Chigi».
Lotta alle borseggiatrici
È entrata nel recente dibattito politico anche la questione borseggiatrici, emendamento a firma dei leghisti Igor Iezzi e Simona Bordonali, approvato il 9 luglio durante l’esame del ddl Sicurezza. Gli esponenti del Carroccio hanno voluto introdurre un aggravante se il reato è commesso «all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane o all’interno dei convogli adibiti al trasporto di passeggeri».
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