Sta per partire una nuova stretta sulle pensioni all’estero. A settembre si rimettono in moto i controlli dell’Inps per accertare l’esistenza in vita dei percettori. Questa volta però le verifiche si concentreranno in Paesi come il Portogallo, la Spagna, l’Albania e la Grecia, mete particolarmente ambite da chi sceglie di andare a vivere fuori dall’Italia dopo aver lasciato il lavoro. Chi non risponderà presente si vedrà sospendere l’assegno a partire dal prossimo anno.
I DESTINATARI
Nella prima parte del 2024, tra marzo e luglio, i controlli dell’Inps hanno riguardato i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi e Stati dell’Est Europa, mentre adesso tocca a quelli di Europa, Africa e Oceania. Le comunicazioni saranno inviate ai pensionati a partire dal 20 settembre 2024. I destinatari dovranno far pervenire le attestazioni di esistenza in vita entro il 18 gennaio 2025. Nel caso in cui l’attestazione non venga prodotta, avverte l’Inps, il pagamento della rata di febbraio 2025, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2025, il pagamento della pensione sarà sospeso a partire dalla rata di marzo del prossimo anno.
IL RISCHIO
I bonifici dell’Inps raggiungono 165 Paesi. I controlli dell’istituto di previdenza sull’esistenza in vita sono ciclici e hanno lo scopo ridurre il rischio di pagamenti di prestazioni dopo la morte del beneficiario, anche in una logica di prevenzione delle criticità derivanti dalle eventuali azioni di recupero delle somme indebitamente erogate. Una volta versata la pensione in un Paese straniero è praticamente impossibile recuperare la cifra. L’Inps ha inoltre reso noto che alcuni pensionati potranno essere interessati dalla verifica generalizzata dell’esistenza in vita indipendentemente dalla loro area geografica di residenza o domicilio.
Citibank, la banca fornitrice del servizio di pagamento delle pensioni al di fuori del territorio nazionale, a cui spetta condurre i controlli, avvierà la verifica dell’esistenza in vita con la spedizione della lettera esplicativa e del modulo standard di attestazione ai pensionati residenti nelle aree poste sotto controllo.
Per quelli in Francia, Belgio, Svizzera e Germania sono previste tuttavia delle eccezioni. Non sono inclusi nel processo di verifica i pensionati che sono oggetto di scambi mensili di informazioni con le istituzioni previdenziali tedesche e svizzere, quelli che hanno rapporti con con la Caisse Nationale d’Assurance Vieillesse francese e infine quelli residenti in Belgio, beneficiari di trattamenti pensionistici comuni con il Service fédéral des pensions.
LA MOSSA
L’Inps questa estate ha anche rivisto le modalità di pagamento delle mensilità per i pensionati che risiedono in un Paese oltreconfine. Da luglio non si possono più incassare i soldi della pensione tramite assegno. Con questa mossa l’istituto di previdenza punta a contrastare il fenomeno delle erogazioni indebite. Ma l’addio alla vecchia modalità di pagamento è motivata anche dai disservizi postali che in frequenti occasioni hanno portato allo smarrimento degli assegni lungo il percorso. Chi non ha ancora fornito all’ente le proprie coordinate bancarie oggi riceve la pensione in contanti presso gli sportelli Western Union.
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