Mentre la tensione nei cieli del Medio Oriente continua a crescere, gli analisti militari internazionali osservano con attenzione un cambio di passo significativo nella strategia dell’Iran. Dopo settimane di intensi raid reciprochi, Teheran sembra aver modificato l’approccio offensivo nei confronti di Israele, puntando meno sulla quantità degli attacchi missilistici e più sulla loro precisione e potenza tecnologica.
Secondo quanto riferito dalla CNN, il numero di missili lanciati dall’Iran si è drasticamente ridotto negli ultimi giorni. Non si tratterebbe, però, di una riduzione delle capacità offensive, bensì di una scelta deliberata da parte della leadership militare iraniana. «Non stiamo più parlando di centinaia di missili come in passato – ha dichiarato una fonte ufficiale all’emittente americana –. Ogni colpo oggi è mirato con precisione chirurgica al proprio bersaglio».
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Il salto tecnologico
Teheran avrebbe infatti iniziato a impiegare missili balistici di nuova generazione, capaci di eludere sofisticati sistemi di difesa aerea, inclusi quelli statunitensi (THAAD e Patriot) e israeliani (Arrow-2, Arrow-3, David’s Sling, Iron Dome). Un salto tecnologico che ha permesso all’Iran di colpire direttamente obiettivi militari e strategici, con un margine di precisione che preoccupa non poco gli apparati di sicurezza israeliani. L’operazione iraniana di rappresaglia, iniziata il 13 giugno, aveva in un primo momento visto il lancio di oltre un centinaio di missili. Oggi, secondo fonti israeliane, il numero è sceso a meno di dieci al giorno. Nell’attacco del 21 giugno, ad esempio, sarebbero stati impiegati soltanto cinque missili, tutti balistici e ad alta precisione. Una strategia che punta chiaramente sulla qualità piuttosto che sulla quantità.
Fronte cyber
Un ulteriore elemento di allarme, secondo Rafael Franco, ex vice direttore della Direzione Nazionale per la Sicurezza Informatica di Israele, riguarda il fronte cyber. L’Iran avrebbe cominciato a monitorare in tempo reale l’efficacia dei propri attacchi sfruttando il collegamento a telecamere di sorveglianza civili israeliane, segno di un’espansione del conflitto anche nel dominio digitale. La risposta di Israele non si è fatta attendere. Secondo fonti militari, l’aviazione avrebbe colpito in territorio iraniano depositi di missili, siti di lancio e persino infrastrutture legate al programma nucleare. Un’escalation che aumenta il rischio di un confronto diretto su vasta scala.
Cosa cambia ora?
Il cambio di rotta della strategia iraniana non è solo un fatto militare: ha implicazioni profonde anche sul piano geopolitico. In un’epoca in cui le guerre si giocano sempre più su precisione, intelligenza artificiale e dominio cibernetico, ogni attacco mirato rappresenta una dimostrazione di forza tecnologica e strategica. E nel Medio Oriente, di nuovo epicentro di tensioni globali, ogni mossa può alterare gli equilibri della sicurezza internazionale.
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