Un filtro tecnologico obbligatorio per le compagnie telefoniche per fermare le chiamate illegali dall’estero. Arriva dall’Agcom, con il benestare del ministero delle Imprese, la mossa che può assestare un colpo importante al telemarketing selvaggio e alle truffe al telefono. Come la cosiddetta “truffa del curriculum”, che sta colpendo migliaia di italiani. In attesa di una legge ad hoc su telemarketing e call center (a partire dal dl Longi in discussione alla Camera),è stata approvata delibera dell’Authority contro il “Cli spoofing”. È la pratica di mascherare l’identità di chi chiama con numeri finti o non attivi: spesso hanno prefissi italiani, ma chiamano dall’estero.
India, Tunisia, Regno Unito, Hong Kong, ma anche Albania e Malta. Centinaia di operatori illegali che usano anche “compositori automatici” per fare milioni di chiamate al giorno. Si viola così il Registro pubblico delle opposizioni, la fallimentare piattaforma nata nel 2022 che prometteva di proteggere dalle chiamate indesiderate. Da allora, complice l’Intelligenza artificiale, le chiamate moleste sono cresciute, arrivando fino a 20 a settimana per chi non ha filtri anti-spam. Anche perché i call center illegali utilizzano pure lo stuffing, cioè il furto di dati online, compresi i numeri di telefono esistenti.
E così al Garante della Privacy nel 2024 sono arrivate oltre 101mila tra segnalazioni e reclami sul telemarketing selvaggio, gestiti solo da nove funzionari. Mentre il Codice di condotta volontario varato dallo stesso Garante lo scorso settembre arranca, con le grandi aziende (in primis energetiche) che ancora non hanno aderito. Anche l’altro Codice, sempre volontario ma dedicato ai soli operatori, quello Agcom, non riscuote ancora successo. Tanto che la stessa Authorithy ha diffidato Fastweb per non aver rispettato gli obblighi previsti dalle regole sul teleselling e telemarketing, invitando la compagnia a fare i controlli del caso.
COME FUNZIONA
I rappresentanti dell’Agcom hanno presentato la nuova tecnologia, esito di interlocuzioni con le compagnie telefoniche avviate in autunno, al ministero delle Imprese. Il Mimit ha istituito un tavolo tecnico aperto anche al Garante della Privacy e l’Antitrust, a cui vorrebbe dare più poteri contro gli illeciti tramite un emendamento in arrivo al dl Longi. Dopo l’ok alla delibera, gli operatori telefonici avranno sei mesi per bloccare le telefonate spam. «Il passo è fondamentale», secondo il commissario dell’Authority Massimiliano Capitanio. Esistono filtri simili in Finlandia, Slovacchia, Regno Unito e Australia, dove si è arrivati a bloccare fino a 256 milioni di chiamate truffaldine in tre mesi.
L’intervento sarà sulle chiamate che si interfacciano, tramite operatori internazionali, alla rete telefonica italiana e trova l’opposizione solo di una minoranza di compagnie. Il blocco sarà realizzato prima sulla rete fissa e poi su quella mobile. Per i numeri fissi sarà più semplice: se il prefisso del numero chiamante è italiano, ma la telefonata arriva dall’estero, gli operatori dovranno creare un sistema automatico che blocca le chiamate.
Come bloccare le telefonate moleste dei call center: strategie efficaci per proteggere la tua privacy
Se si usa la rete mobile il sistema, basato su database condivisi, dovrà verificare che il numero che chiama dall’estero esiste e che in caso stia utilizzando il roaming. Se non corrisponde a un reale cliente che chiama dall’estero la telefonata verrà bloccata. Il meccanismo potrebbe impedire la maggior parte delle chiamate fraudolente e chi non userà il filtro sarà soggetto a sanzioni anche milionarie.
GLI EMENDAMENTI
Per ora non verranno colpite le telefonate che transitano solo sul web, ad esempio su Whatsapp, senza passare per le reti telefoniche. Escluse anche le chiamate satellitari, usate negli Usa per aggirare i blocchi introdotti. Entrambi i metodi, secondo l’Agcom, sono poco usati in Italia. Se poi le tecniche illecite cambieranno si valuteranno nuove misure. Certo, telefonate moleste e truffe possono avvenire anche da call center che chiamano dall’Italia, magari legati a big dell’energia tramite società terze, ma così è più facile per il Garante Privacy scovarli e irrorare multe.
Le compagnie telefoniche hanno accettato di caricarsi di questo onere, ma hanno bocciato l’alternativa dello “Stir Shaken”, un protocollo di trasmissione telefonica già usato in Usa, Francia e Canada, per certificare l’identità del numero chiamate. L’opinione è che sarebbe troppo costoso e di difficile applicazione senza accordi tra operatori italiani e stranieri. Un emendamento della Lega al dl Longi propone invece di spalmare i costi del filtro anti-spoofing tra i committenti dei servizi di telemarketing e gli operatori telefonici. Altri emendamenti del Carroccio puntano a vietare la stipula telefonica di contratti con anziani e fragili e a introdurre un prefisso unico per i call center. Punti condivisi da Pd e associazioni dei consumatori, ma per Fdi e Forza Italia così si danneggerebbe l’industria legale del telemarketing.
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