Crescono le retribuzioni della Pubblica amministrazione e cresce anche la spesa per gli stipendi. Un passaggio necessario, dopo anni in cui il blocco della contrattazione collettiva – durato un decennio – aveva inciso sul potere d’acquisto del personale della Pa e i salari non avevano tenuto il passo dell’inflazione. Ma è anche un modo per rendere il lavoro nel pubblico più competitivo rispetto al settore privato. La situazione sta cambiando. La Corte dei conti parla di un «nuovo impulso» al riavvio della contrattazione pubblica, sostenuto «dall’individuazione di risorse in grado di assicurare una crescita delle retribuzioni di circa il 5,78 per cento a partire dal 2025».
Le trattative
«L’incremento definitivo per la contrattazione del triennio 2022-2024 risulta pari al 6 per cento», sottolineano ancora i giudici contabili nella loro ultima relazione. Negli ultimi mesi il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha intensificato le trattative per raggiungere accordi relativi ai contratti 2022-2024 e per avviare il nuovo ciclo di negoziati con i sindacati, che coprirà il triennio 2025-2027. Nei giorni scorsi, l’Aran ha certificato i voti per le rappresentanze sindacali unitarie, primo passo per definire la rappresentatività delle diverse sigle dei lavoratori e aprire così le trattative per il nuovo triennio. Lo scorso 29 luglio è stata invece siglata l’ipotesi di accordo per il contratto 2022-2024 dei dirigenti delle funzioni centrali, firmato anche dalla Uil. Un riavvicinamento guardato con favore, come buon auspicio per arrivare a settembre a un’intesa sugli Enti locali. In precedenza, da inizio anno, sono stati raggiunti tre accordi. La Corte dei conti ricorda anche alcune delle innovazioni introdotte nei nuovi contratti: dalla possibilità di articolare l’orario di lavoro su quattro giorni alla settimana, alle iniziative per gestire al meglio le diverse generazioni presenti in organico, «valorizzando lo scambio tra vecchie e nuove leve».
Le risorse
In questo quadro, nei documenti di finanza pubblica la spesa complessiva per i redditi dei dipendenti della Pubblica amministrazione è prevista in crescita del 2,3 per cento quest’anno, fino a 201 miliardi. La traiettoria continuerà a salire anche negli anni successivi, passando a 205,9 miliardi il prossimo anno e a 207 miliardi nel 2027. Tuttavia, osserva la magistratura contabile, saranno necessari «alcuni anni» per superare gli effetti provocati dal blocco del turnover iniziato nel 2008. Le assunzioni legate al Pnrr «iniziano a mitigare gli effetti», ma «l’obiettivo è sfidante».
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