Dall’infanzia nei «bassifondi» al rapporto con l’amore disperato, cantato nelle sue canzoni. Achille Lauro ripercorre i momenti salienti della sua vita e della sua carriera in un’intervista al Corriere della Sera firmata da Aldo Cazzullo.
Il cantante racconta di esser scappato di casa a 15 anni e del rapporto complesso con il padre, citato anche nel brano sanremese Incoscienti Giovani: «La famiglia a un certo punto si è divisa. Sono emozioni forti, quelle che ho passato. C’è molto di mio padre in me. Il suo non stare mai fermo, il suo lavorare sempre e sempre cambiando lavoro, professore avvocato magistrato, senza accontentarsi mai».
Poi il legame con Roma e la voglia di costruire una sua famiglia, nonostante al momento sia single: «Roma è stupenda, la mia città, anche se vivo a Milano dove succedono un sacco di cose; e nello stesso tempo è uno stupendo imperfetto.
E l’imperfezione è importantissima. Le mie canzoni esprimono un’insoddisfazione perenne. È una benedizione, ma anche una maledizione. Invidio chi si accontenta. Io amo quello che non ho. Invidio mia cugina, che sognava una famiglia numerosa e ora ha quattro figli. Anch’io sogno una famiglia numerosissima. Ma ora sono solo. Preferisco restare solo piuttosto che tradire. In questo momento non sono predisposto a una relazione importante».
«Una relazione presuppone un dovere. -racconta — Un atto di coraggio. Implica rinunciare a qualcosa. In questa fase non me la sentirei».
L’artista romano ripercorre poi la sua adolescenza fatta di difficoltà e violenza: «Io sono andato via di casa a quindici anni. Sono andato a vivere in una comune con mio fratello più grande, a Val Melaina, in periferia. Fare a botte era il minimo. La violenza data e subìta era una costante. Nella comune vivevo con ragazzi grandi. Molti erano figli di nessuno, scappati di casa. Insieme abbiamo fatto di tutto».
Lauro racconta infine del suo rapporto con la droga e della volontà di aiutare chi è caduto nel tunnel della dipendenza: «Nelle periferie la droga esiste. Tanti ragazzi hanno imboccato un percorso diverso dal mio. Voglio combattere con loro e per loro, li voglio aiutare. Per questo stiamo creando una fondazione che aiuterà i ragazzi di strada ma non solo, darà sostegno a tutti i ragazzi fragili».
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