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Siccità, in Sicilia rubinetti a secco per venti giorni di fila. E i turisti fanno le valigie


A Ravanusa l’acqua arriva ogni diciotto giorni, i cittadini sono talmente esasperati che hanno presentato una denuncia ai carabinieri per interruzione di pubblico servizio. Ad Agrigento il prefetto Filippo Romano, per tentare di salvare l’agricoltura, ha sospeso i prelievi di tre centrali idroelettriche. Quanto ai rubinetti, c’è poco da fare. «Stiamo vivendo una crisi idrica terrificante, tra le più gravi degli ultimi cinquant’anni. Mediamente l’acqua c’è ogni cinque, sette giorni, ma in alcune zone si superano anche i venti», è il bilancio sconfortante di Claudio Guarneri, direttore generale dell’Azienda idrica dei Comuni agrigentini.

DOCCE A SECCO

Terra arsa, bacini prosciugati, abitanti costretti a rifornirsi con le autobotti, turisti che fanno le valigie e se ne vanno. A certificare l’emergenza è il Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano: «Gran parte dell’isola è in stato di siccità severa o estrema», è il bollettino di luglio. Che l’estate finisse così, dicono gli albergatori, lo si poteva già immaginare in primavera: «Oggi quaranta turisti del mio B&B di Porto Empedocle non hanno potuto fare la doccia», protestava a maggio il titolare Giuseppe Cinquemani. L’ultimo report dell’Autorità regionale di bacino calcola che al 24 giugno le dighe siciliane contenevano poco più di 267 milioni di metri cubi d’acqua, solo 121 milioni utilizzabili per non compromettere le specie ittiche: rispetto al 2023 la quantità si è dimezzata, nel giro di dodici mesi l’isola ha perso 261 milioni di metri cubi d’acqua. Come se sette grandi bacini fossero scomparsi nel nulla. Ad allertare chi arriva dall’estero ci ha pensato, dieci giorni fa, la CNN. «Gli acquedotti – è la sintesi del reportage — sono così all’asciutto che i piccoli hotel e le pensioni della città e della costa vicina sono costretti a respingere i turisti. Non hanno abbastanza acqua per garantire ai loro ospiti un bagno con scarico o una doccia dopo una giornata fuori nel caldo estivo». E sui forum molti si domandano se davvero la meta, in queste condizioni, valga il viaggio. «Le persone ci chiedono rassicurazioni prima di venire, ma non sappiamo cosa dire», spiega l’albergatore Giovanni Lopez. «La situazione sta rapidamente impattando l’intero settore e si rischiano gravi conseguenze economiche».

REGOLE DI SOPRAVVIVENZA

Ad aprile un blog agrigentino ha pubblicato un vademecum (criticato per questioni di immagine) destinato ai forestieri, consigli «che ti permetteranno di goderti la vacanza anche in piena crisi idrica». Prima regola: «Acquista bottiglie d’acqua. Tieni la minerale in camera da utilizzare per lavare i denti o sciacquare piccoli oggetti, se sei in una casa in affitto fai scorta per cucinare». Capitolo abbigliamento: «Porta con te più vestiti del solito, magari non è possibile fare il bucato». Quanto alla pulizia personale, «le salviettine non sostituiscono un’igiene accurata, però possono essere utili per togliere lo sporco di dosso, per esempio dopo un trekking». Se per i turisti il disagio è limitato nel tempo, i residenti sono all’esasperazione. Il primo giugno i cittadini di Agrigento sono andati in corteo sotto la sede del Comune al grido di «Vogliamo l’acqua». Venerdì scorso, durante il concerto di Nino Frassica alla festa di San Calogero, la presenza sul palco di un amministratore che promuoveva l’impegno profuso per la città Capitale della cultura 2025 ha fatto partire le contestazioni. E la solita richiesta, ripetuta da decenni: «Acqua».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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