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si è votato di più al Centro Nord. Ecco i Comuni dove è stato raggiunto il quorum


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Quorum referendario fallito a livello nazionale e affluenza diversa tra Nord e Sud. L’Italia è spaccata, con la maggiore affluenza che si registra in Toscana (39%). Il dato minore è quello del Trentino Alto Adige, dove ha votato solo il 22% degli aventi diritto.

Quorum raggiunto, ecco dove

Ci sono alcuni Comuni che, nel loro piccolo, hanno raggiunto il quorum. Per esempio Paciano, in Umbria, dove all’unico seggio allestito si sono recati il 51,38 degli aventi diritto in base ai risultati riportati sul portale Eligendo. Il dato è stato uguale per tutti i quesiti referendari. 

Stessa cosa in quattro comuni della Toscana: a Sesto Fiorentino (Firenze) è stato superato il 53%. E poi Radicondoli (Siena) on oltre il 52%. Sul gradino più basso del podio, entrambi con un’affluenza superiore al 51%, si piazzano Pontassieve (Firenze) e Monterotondo Marittimo (Grosseto). È in provincia di Arezzo, a Sestino, il comune dove si è registrata la minore affluenza: 21,5%. Nel Torinese sono almeno quattro le località dove è stato superata la soglia del 50% ai referendum. Si tratta in tutti i casi di Comuni più o meno piccoli di montagna. In termini di affluenza il record è sicuramente da attribuire a Massello, 58 abitanti nella Valle Germanasca, dove si sono presentati alle urne il 62% degli aventi diritto. Altri centri, almeno secondo i primi dati disponibili, sono Pramollo, Rorà e Vidracco. Tra i Comuni più grandi a Matera, dove si è votato anche per il ballottaggio tra i candidati sindaco Roberto Cifarelli (centrosinistra) e Antonio Nicoletti (centrodestra), l’affluenza è stata del 53.3%. 

L’affluenza regionale

Per quanto riguarda l’affluenza a livello regionale, il Paese è spaccato in due con una maggiore affluenza al Centro-Nord, che precipita invece più si scende nella Penisola. L’affluenza più alta è stata registrata proprio in Toscana dove, mentre si sta ancora scrutinando, i dati parlano di un’affluenza di oltre il 39%. Seconda sul podio l’Emilia-Romagna, dove l’affluenza è stata del 38%. Segue la Liguria, sopra il 34%, più o meno a pari merito con il Piemonte. Nelle Marche l’affluenza è stata del 32,70%, nel Lazio al 31%, così come in Umbria. 

Flop estremo al Sud: in Campania, Calabria e Basilicata, così come nelle Isole, il dato si colloca ben al di sotto di quello nazionale. In Calabria è del 23,16%, in Sicilia del 23%. 

Tribano, il caso del paesino veneto con l’affluenza all’81%: ma è un errore 

Per alcune ore Tribano, quattromila abitanti in provincia di Padova è stato il Comune per distacco con la maggiore affluenza al referendum, doppiando anche i più virtuosi borghi toscani con un 81% dei votanti sul totale degli aventi diritto. Ma si è trattato di un errore, che è comparso per qualche tempo anche sul portale Eligendo del Ministero dell’Interno e di cui rimane una testimonianza in qualche screenshot.

«Mi avrebbe reso orgoglioso un dato del genere — spiega Massimo Cavazzana, architetto e imprenditore alla guida del Comune dal 2019 — Io mi reputo l’ultimo dei democristiani e un risultato del genere mi avrebbe fatto tornare indietro alla mia gioventù, quando con lo Scudo crociato in Veneto, Padova era capofila, con punte di oltre il 90% ai referendum sulla preferenza unica».

Ricordi che affondano nei primi anni ’90 quelli del sindaco Cavazzana, che è andato a votare: «Ho segnato 5 volte il NO su altrettante schede — spiega — e credo che con i 400 milioni di euro che abbiamo speso come Paese si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio».

Secondo le indagini informali del sindaco, il «guasto» nelle trascrizioni dei verbali si sarebbe originato nel seggio 4, con un’impennata nei votanti a causa di uno zero in più. Magagna di cui si sono accorti già dopo poche ore dallo spoglio in Prefettura, mandando una nota esplicativa al Viminale che ha fatto tornare Tribano nella media della provincia padovana, tra il 25 e il 30%. «Peccato, sarebbe stato bello — conclude Cavazzana — avremmo fatto scuola. Sarà per la prossima volta, anche se spero che il prossimo referendum non abbia il quorum». 

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